WELFARE
ASSEMBLEA DI COALIZIONE CIVICA PER BOLOGNA DEL 26 NOVEMBRE 2017

“Tutti nella vita hanno la stessa quantità di ghiaccio; però il ricco d’estate e il povero d’inverno”. (anonimo)

Bologna, un pezzo di città che si sta ingrassando con il turismo Ryanair style (altrochè sazia, bulimica e disperata… direbbe oggi qualcuno). E l’altro pezzo? Come fare in modo che di tutte queste nuove entrate traggano beneficio non solo i soliti noti, ma anche i più poveri? Questo è il dilemma, direbbe un noto e malinconico principe di Danimarca.

Redistribuzione, in termini non solo economici ma anche di opportunità, ecco la parolina magica senza la quale nessuna sinistra ha ragion d’essere.

Il gruppo che si è riunito domenica 26 intorno alle tematiche del welfare, o benessere per dirla all’italiana come ha suggerito qualcuno, era più ampio rispetto al gruppo che aveva preparato l’appuntamento. Ciò ha inevitabilmente allargato la discussione a tanti altri argomenti rispetto a quelli tradizionalmente discussi all’interno del nucleo “storico”.

Sicuramente è emersa una particolare attenzione per la crisi che sta vivendo, è sotto gli occhi di tutti, l’ambito sanitario nella nostra città: il progetto, ampiamente condivisibile in partenza, delle case della salute territoriali, si sta snaturando fino a ridursi ad una semplice riedizione dei vecchi poliambulatori, per di più amputati di Servizi (che fine farà l’odontoiatria pubblica del Navile, necessità prioritaria per i più poveri, per chi vive in strada? Quale i posti letti transitori per i pazienti della Salute Mentale, in modo da evitar, per loro dei dolorosi e per la collettività costosi, TSO?).
Nessuno, e non è un caso, ha provato a tastare il polso dei cittadini per chieder loro il livello di gradimento dei servizi sanitari cittadini che le istituzioni offrono (sviliscono) attualmente. Lo stanno facendo, attraverso un questionario, alcuni comitati cittadini, offrendoci così nell’immediato futuro un prezioso strumento su cui misurare la nostra proposta politica alternativa.
E la ormai improrogabile riorganizzazione dei servizi socio-sanitari terrà conto del malessere diffuso degli operatori? Delle loro competenze e della loro rabbia?
Come arginare la dinamica espulsiva per talune fasce della popolazione per garantire loro l’accessibilità ai servizi? Dinamica che è presente, non viviamo certo sulla luna, anche in ampie fasce della popolazione bolognese: al Navile, la proposta della creazione di una microarea per la popolazione Sinti che viene dai Prati di Caparra non incontra certo i favori della cittadinanza, e allora che dobbiamo fare? Rinunciare a quel minimo di umanità rimasta per compiacere le paure elargite in abbondanza da tutti seminatori di panico, collezionisti di voti supini? Giammai, bisogna tornare a produrre cultura d’inclusione, non temere il confronto con il presente in termini di consenso, guardare un po’ più lontano. Per cominciare, invitiamo tutti i nostri iscritti a presentarsi alle assemblee convocate sul tema dalle forze di destra, per ribadire che esiste anche un’altra Bologna, quella della solidarietà e dell’inclusione. E che non sta a guardare. Ma si incazza anche.

Poi, certo, bisogna tornare a parlare con chi sopravvive a stento nelle periferie, con chi non sa neppure dell’esistenza della nostra forza politica e per farlo bisogna tornare a parlare il linguaggio della quotidianità, del miglioramento materiale delle condizioni di vita di ognuno. Hanno fatto la Città Metropolitana? Bene, biglietto dei bus a un euro per tutto il territorio metropolitano, servizi serali garantiti fino ai confini estremi del territorio, eliminazione delle linee blu oltre la tangenziale in modo da permettere ai pendolari di raggiungere i margini della città e da lì poi usare i mezzi pubblici per arrivare in centro, abbonamento gratuito per i disoccupati in modo che possano andare a cercare lavoro senza correre il rischio beffardo di una multa aggiuntiva. Anche questo è welfare, soprattutto questo.

Parlando poi di opportunità, come dimenticare la questione abitativa, dramma che sta ormai coinvolgendo non solo le fasce più deboli della popolazione, ma perfino studenti e trasferisti? E questo nonostante l’enorme numero di appartamenti sfitti. E’ ormai improrogabile un’azione che contenga l’incidenza negativa del fenomeno Airbnb. Coalizione Civica da tempo sta provando a farsene carico e a breve proporrà le sue proposte alla città, tra cui una moratoria sugli sfratti e l’apertura di un tavolo reale che veda intorno coinvolti tutti quelli che si occupano (e magari anche giustamente occupano) di questa drammatica materia.

Particolare attenzione, anche grazie alla presenza di alcuni di quei lavoratori, hanno poi avuto le problematiche inerenti alle politiche giovanili e in particolare agli interventi educativi, del comune. L’esternalizzazione ingiustificata di tre dei centri Anni Verdi, servizio in passato esibito dalla stessa giunta come fiore all’occhiello degli interventi di prevenzione, è l’indice preoccupante dell’assenza di un piano per l’adolescenza e la pre-adolescenza in città. Coalizione Civica si mette a disposizione di tutti gli operatori in lotta contro la riduzione e/o svalutazione di questi servizi, per un riconoscimento delle ore indirette e di programmazione (perché “educare” è un lavoro intellettuale), per un’educativa di strada con il monte ore necessario per essere concreto strumento di aiuto sociale “informale” e di tutela della popolazione giovanile, per il ripristino di un servizio mobile di strada per persone tossicodipendenti all’interno di una cornice metodologica che rimetta al centro il valore della “riduzione del danno” nella città che da tempo si trova spesso in testa alle tristi classifiche nazionali per morti di overdose, contro le gare d’appalto ad “offerta economicamente più vantaggiosa” (cioè al ribasso) che non garantiscono il mantenimento del livello qualitativo della prestazione, contro l’attuale organizzazione amministrativa verticista che ignora la parola degli ultimi (quelli che esprimono il bisogno) e dei penultimi (quelli che sono chiamati a soddisfarlo). Ecco, questo vuole fare e farà Coalizione Civica. E strutturarle queste proposte come prassi operative ordinarie, non relegarle a risposta dell’emergenza di moda in questo o quel momento.

Per trasformare in azione politica tutto questo, la metodologia che verrà seguita sarà quella dei microgruppi di lavoro, divisi in base alle competenze e agli interessi dei partecipanti. Tali sottogruppi partiranno a breve termine e saranno aperti al contributo di tutti quelli che si vorranno avvicinare, com’è nello spirito del gruppo welfare fin dalle sue origini. Consapevoli che di welfare abbiamo bisogno tutti, non solo gli “sfigati” e i “reietti” della società, ci rivolgiamo dunque a tutti quegli operatori e a tutti quei cittadini interessati a (ri)costruire insieme a noi un’identità inclusiva della città, magari non rinunciando a quel pizzico di visionarietà che aiuta a sentirsi vivi in tempi così sonnolenti come i nostri. Come ci ha insegnato Gunter Grass, infatti, “il pragmatico è miope, non migliora il mondo perché è persuaso dell’impossibilità di migliorarlo”.

Gruppo Welfare-Coalizione Civica