Una risposta di Federico Martelloni – Consigliere Comunale alle importanti dichiarazioni del sindaco Virginio Merola su civismo e dintorni, in vista delle amministrative del 2021, nell’intervento di apertura del Consiglio comunale del 21 settembre 2020.
Di seguito, l’intervento d’inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica).
“A chi serve una coalizione civica per Bologna?
Grazie Presidente, consiglieri e consigliere, cittadine e cittadini, signor Sindaco, visto che so che oggi ci ascolti, come sapete – e come ci è stato sempre riconosciuto… da ultimo, anche da parte di autorevoli esponenti della Giunta – il Gruppo consiliare che rappresento ha fatto un’opposizione, a tratti anche molto dura, alle politiche di questa maggioranza, nel corso del mandato consiliare.
E non abbiamo alcuna intenzione di smettere. Personalmente, mi candidai, nel 2016, contro il sindaco Virginio Merola, il che non m’impedisce di interloquire, oggi, con le importanti dichiarazioni che il Sindaco ha rilasciato in questi giorni, sul presente e il futuro della città, perché possono determinare un significativo avanzamento del dibattito. Potenziale, certo. E ad alcune condizioni.
Intervengo, in particolare, per sgomberare il campo da alcune ambiguità che rischiano di inquinare il dibattito che si è aperto, provando a discernere tra ciò che considero politicista – o, più semplicemente, secondario – e ciò che considero politica: Politica con la P maiuscola, perché questo chiarimento preliminare mi pare la condizione per consentire a Bologna di frequentare il futuro; impedire che torni indietro di 10 anni, invece che andare avanti o – se preferite – questo chiarimento preliminare mi pare condizione indefettibile per gettare la politica contro la storia.
Perché – badate – nella storia, anche nella storia di questa città, sempre operano forze e interessi regressivi, ostili ad ogni forma di cambiamento, ad ogni trasformazione sociale.
Per questo, alle volte, come nel nostro caso, la storia ha bisogno di una spinta.
Devo riconoscere, per onestà intellettuale, che le dichiarazioni del Sindaco sul “civismo” si prestano a svolgere questa importante funzione. Ma, ribadisco, ad alcune condizioni.
Vorrei parlare innanzitutto di Nomi e Simboli, perché vedo un rischio di distrazione (neppure troppo di massa) in questo espetto del discorso.
Il Sindaco ha stigmatizzato la “santa alleanza” auspicata da qualcuno, quella che andrebbe da un preteso centro civico (anche un po’ di destra) fino ad una non meglio precisata “sinistra sinistra”, sottolineando la necessità di una coalizione civica per Bologna.
Noi, su questo, concordiamo.
Non siamo né orgogliosi né preoccupati del “furto” di un nome. Non è nella nostra natura un’attitudine proprietaria. Al contrario. Del resto, non siamo che una parte della cittadinanza attiva che si batte, ogni giorno, affinché Bologna possa diventare la città meno diseguale d’Europa: né l’unica, né la migliore.
La sola cosa che c’interessa è che si “rubino” – o meglio: si condividano – anche idee e metodologia. E non per rispetto a noi: per rispetto alla città, perché democrazia e partecipazione vanno maneggiate con estrema cura.
Evocarle senza metterle in opera produce effetti boomerang che possono rivelarsi letali.
Al contempo, l’idea di una coalizione civica per Bologna ha sùbito alimentato qualche preoccupazione identitaria: che fine farebbe “Coalizione civica”? C’è un problema di copyright? Che fine farebbero i simboli dei partiti?
Questi – lo dico in tutta sincerità – mi paiono falsi problemi, molto utili a schivare i problemi veri. Non possiamo permettercelo.
Le cose che contano, per me, per noi non possono smarrirsi in una foresta di simboli.
Per esser chiaro, non m’importa niente dei nomi; ancor meno dei simboli.
Quel che conta è che le forze politiche interessate a sviluppare un progetto autenticamente aperto e partecipato, siano disposte a fare non uno ma tre passi indietro, aprendo un confronto vero sulle questioni che la città avverte come prioritarie, con chi vive la città e ne fa campo di sperimentazione sociale, economica, politica e culturale.
Priorità agli interessi dei cittadini e delle cittadine, dunque: non ai partiti che sempre meno li rappresentano e li interpretano. E sulla base di quelli: elaborazione del programma, scelta del candidato, composizione di una squadra di governo credibile, per dar seguito al progetto di città che si è, per tempo, condiviso.
I temi di discussione politica, dunque, o le domande che cercano risposta sono altre:
1 Come dar seguito alla dichiarazione d’emergenza climatica, scommettendo tutto sulla sostenibilità ambientale?
2. Come far fronte all’emergenza sociale, specie per coloro che sono esclusi dai sistemi di welfare e dalla copertura degli ammortizzatori sociali?
3. Come produrre un marchio di sostenibilità sociale e ambientale, per quanti operano a Bologna, nella logistica, nei pubblici esercizi, nella vendita al dettaglio…
4. Come imprimere una svolta alla mobilità di merci e persone?
5. Come favorire interculturalità e convivenza, in una città meticcia?
Il 2, 3 e 4 ottobre, in Montagnola, ci sarà occasione per avviare davvero un confronto di merito su questi temi. E siamo contenti di annunciare che, insieme a tante e tanti altri, il Sindaco di Bologna abbia accolto l’invito a partecipare a questo confronto, nella giornata di domenica 4 ottobre”.