Caro Assessore Aitini,
qualche giorno fa mi è capitato di ascoltarla, mentre un/a giornalista le chiedeva un commento circa la chiusura forzata per cinque mesi di un locale della Bolognina, in via Nicolò Dall’Arca – di seguito il video di èTV
Debbo innanzitutto scusarmi con lei, poiché riconosco di non essere a conoscenza di tutti quei regolamenti, quei cavilli, quei sofismi amministrativi e burocratici (a definirli “politici” mi sembra di svilire una bella parola) che giustificano la chiusura forzata di un locale.
D’altronde l’obiettivo di questa lettera a lei rivolta non è quello di entrare nel merito della chiusura del locale i cui gestori, a suo avviso, sono responsabili di “aver lasciato fare” una clientela non rispettosa del vicinato (questa la sua sintesi).
Di solito non è mio uso scrivere lettere agli assessori. Questa volta però, ascoltandola, la parte bassa del mio corpo è saltata dalla sedia in modo insolito; ne ho approfittato per prendere il computer e scriverle.
Lei esercita una nobile professione, forse la più affascinante all’interno del mondo democratico occidentale. Non riesco, di conseguenza, a trattenere queste domande. Perché svilire tale nobile professione?
Io vivo la Bolognina. Quando lei afferma con convinzione (il suo corpo parla chiaro) quanto sia fastidioso il degrado prodotto da questi locali, cosa intende per “degrado”? Con chi ha parlato? Come ha costruito la sua idea di degrado? Quanti cittadini e cittadine ha ascoltato? Quante ricerche ha condotto, o ha letto, o ha fatto condurre per capire il problema degrado? E ancora, che vuole dire per lei, visto che rientra nei titoli delle sue deleghe di mandato, “sicurezza urbana”? Chi deve rassicurare, proteggere, difendere? Chi, di conseguenza, deve invece essere escluso, lasciato solo, indifeso? Dicono di lei che parla e che ascolta tante persone, che si muove e osserva, ma allora mi viene ancor più da chiederle: ha mai pensato al fatto che forse ascolta una sola campana, ovvero quelle persone che più le conviene ascoltare in termini di voto e facile consenso?
C’è un secondo passaggio nella sua intervista che mi ha fatto sobbalzare. Lei dice, sempre con estrema sintesi, che “l’XM 24 è un problema” – video sempre da èTV
Non solo; è un problema che può essere risolto (a questo punto, durante l’intervista, alza di un tono la voce) solo facendo andare via coloro che hanno avuto fino ad oggi cura di questo spazio. Devono andare via, ribadisce, perché producono fastidio, degrado, problemi a un territorio che deve ritornare ad essere dignitoso.
Scusi se le sembrerò pedante, ma cosa intende per “dignità”? Chi sono i cittadini che le hanno detto che la loro dignità è svilita dalla presenza dell’XM24? Come ha costruito queste certezze? Lei, a differenza delle persone che frequentano abitualmente l’XM24, in che senso è un cittadino dignitoso?
Le sembrerà ingenuo chiederle di chiarire termini e concetti, ma il modo in cui lei ne fa uso è evocativo, ammiccante, pericoloso: nella sostanza, il modo in cui lei usa termini come “dignità”, “degrado”, “sicurezza” dà l’impressione che ci sia un sottotesto tra lei e noi cittadini che abbiamo ascoltato le sue parole. Come a dire, “ci siamo capiti, no?”.
Caro assessore, no, non ci siamo affatto capiti. La Bolognina è un territorio vivo, bello, dignitoso; allo stesso tempo è un pezzo di un grande quartiere che ha molti problemi. L’XM24, per esempio, vive in un pezzo di terra stretto tra un cantiere a cielo aperto: i palazzi non finiti della Trilogia, le tettoie “finto Nervi” non ancora restaurate, la struttura del nuovo Comune che non riesce ancora a diventare un luogo pubblico frequentato, una nuova Casa della Salute che è sorta tra le polemiche dopo la chiusura di un poliambulatorio, uno studentato che sembra abbandonato a se stesso come in una rivisitazione dei film western stile fratelli Cohen.
Perché allora lei guarda al dito e non alla luna? Di fronte a tutto questo il problema della “non dignità” che dovremmo sentire noi abitanti della Bolognina secondo lei è riconducibile all’XM24? Perché non ci spiega cosa sta succedendo alla Trilogia Navile una volta per tutte? Da tanti anni ascoltiamo la stessa storia: “Il Comune ha fatto tutto, i privati no perché sono falliti: ovvero, non è colpa nostra!”. Una litania così disturbante che la sentiamo anche la notte (e ci sveglia, perché produce più frastuono che un concerto all’XM24!). Assessore Aitini, perché si è arrivati a questa situazione? Perché un’amministrazione è diventata subalterna al mondo delle cooperative di costruzione? Che cosa dobbiamo fare per avere da lei una analisi, non dico la risoluzione dei problemi, ma nemmeno il solito ritornello?
L’XM24 oggi sembra la Striscia di Gaza in mezzo all’occupazione israeliana, il residuo di un tempo di socialità bolognese che disturba il progresso e la modernità della Trilogia con i suoi palazzi color fumo e gli avveniristici pannelli solari del nuovo Comune.
Tutte dita e mai la luna, si diceva. Le chiedo: che idea avete della Bolognina? La “dignità” di cui parla verso quale futuro dovrebbe portarci? Una volta eravamo un pezzo sostanziale del mondo fabbrica bolognese. Oggi lei che idea ha delle periferie? Che cosa dovrebbero rappresentare in relazione con il centro storico ora che quel modello produttivo è fallito e sono arrivati tanti nuovi abitanti da paesi non europei?
Io amo la Bolognina, e la frequento pur abitando in zona Lame. Non può capire quante cose in questi ultimi anni abbiamo cercato di fare in questo territorio per renderlo più umano e più accogliente. Ultimamente ci siamo inventati anche un cinema. D’altronde, di cinema ce ne è solo uno e per noi che abbiamo quarant’anni non è sempre facile accettare il fatto di vivere la quotidianità in periferia: vede una libreria nel quartiere, per esempio? Lo troverà incredibile, ma molti quarantenni, una volta portati i figli al Testoni o al Cinema Galliera, sono così poco dignitosi da passare la serata a all’XM24: per fare la spesa, incontrare qualcuno, partecipare a un dibattito, sentire un concerto (ha mai visto un locale di musica in Bolognina da quando fa l’assessore?).
La prego, se vuole ridarci “dignità” lo faccia sul serio. Guardi la luna, assessore.
p.s. I miei amici “cinici” dicono che non vale la pena scrivere queste lettere. Dicono che lei è alla ricerca solo di facili consensi e che strumentalizza, sulla scia di Salvini, la questione “sicurezza”. Consensi immediati, di pancia, tanto poi i disastri delle “nostre” politiche li vivranno i nostri figli, non i loro padri assessori che avranno fatto carriera sulla loro pelle. Io so però che (forse) non è così, e per questo ho deciso di scriverle. Ho fatto male?
Giuseppe Scandurra, coordinatore del Gruppo Territoriale “Navile” per Coalizione Civica