Stasera a Bologna centinaia e centinaia di persone in assemblea con Làbas
Mi pare che tre siano le principiali questioni da portare in piazza il 9.9
1. Il diritto di Làbas ad avere uno spazio, per ciò che la comunità di Làbas – ritenuta una “ricchezza” da tutti…persino da chi l’ha sgomberata – ha rappresentato e rappresenta: far vivere quel progetto con continuità di luogo, tempo, articolazione e complessità sociale e culturale
2. Il diritto dei cittadini del quartiere santo Stefano a conservare la ex caserma Masini come bene comune. Dire la propria su un luogo che, grazie all’esperienza di Làbas, è diventato patrimonio del quartiere.
3. Il terzo punto, delicato e importante, è il nostro diritto a Làbas, il diritto a Làbas dei cittadini bolognesi, perché – per dirla con le parole del vescovo di Rieti sulle rovine di Amatrice – “una città è fatta dell’impegno e della passione di chi ci vive”.
Da questo punto di vista, tutti i quartieri hanno diritto a Làbas. Ma questo diritto non può essere “octroyée” non può esser “concesso” dal principe, in forme di partecipazione posticcia.
Qui si pone una delicata questione giuridica che ha a che vedere, da un lato, con l’urbanistica; dall’altro col tema della legalità e, più in dettaglio, con le forme di giuridificazione del sociale.
Merola dice: prima ci sono le regole, poi la cittadinanza per le forme di vita conformi alle regole. Labas dice: prima ci sono le forme di vita, poi la disponibilità di chi le ha scelte e messe in opera a trovare canali di collaborazione, stabilizzazione, “regolarizzazione”.
È mai possibile che nel paese dei condoni (innanzitutto edilizi), la sola cosa che non puoi condonare sono le occupazioni di spazi sociali, la sola proposta di cui non puoi valutare il “pubblico interesse” è quella di una comunità in lotta, anche se tutti ne festeggiano i brillanti risultati?!
Il 9 sarò in piazza per queste tre ragioni
Il 9 sarò in piazza per scrollarmi di dosso la paura
Il 9 settembre #riapriAMOlàbas
Federico Martelloni _ Consigliere Comunale