Vorrei precisare che, contrariamente a quanto riportato dal vostro quotidiano, non ho nessun interesse per l’esegesi apologetica dei murales di Piazza Verdi e non ho mai detto che siano intoccabili.
In primo luogo vi prego quindi di non attribuirmi parole non dette.
In secondo luogo, per la cronaca, ieri di fronte all’ennesimo ordine del giorno della Lega Nord pensato e scritto per pura provocazione – come ce ne sono tanti purtroppo ad intasare il lavoro del Consiglio Comunale – ho invitato i colleghi Consiglieri alla responsabilità, a respingerlo e a non farsi agenti provocatori, ma semmai organo di mediazione nei tanti conflitti della zona universitaria, evitando accuratamente di gettare ad arte benzina sul fuoco.
Ancor meno opportuna mi sembrava, poi, la proposta di allestire un drappello di consiglieri moralizzatori che si recassero personalmente a cancellare un murales che inneggia alla storia partigiana proprio alla vigilia del 25 aprile, il che avrebbe, con ogni evidenza, fatto lievitare tanto la benzina quanto il fuoco. Dopo le reazioni un po’ scomposte di diversi consiglieri, che fingevano d’imputarmi, per l’appunto, l’esegesi apologetica del murales, ho sottolineato il continuo oscillamento della discussione dal terreno del decoro urbano (la gravità dell’imbrattamento dei muri) a quello dell’ansia moralizzatrice (la gravità dei contenuti del murales), intervallato da richiami al salvifico decreto-minniti da utilizzare come salvacondotto per la soluzione di tutti i problemi in un colpo solo.
Ciò detto, che il Consiglio Comunale debba passare i propri pomeriggi a discutere se imbracciare pennello e secchio per ricoprire un murales invece che occuparsi della vivibilità complessiva di Piazza Verdi: questa dovrebbe essere materia per titoli di stampa.
(Ndr: il 24 aprile il Consiglio Comunale continuerà questa discussione utilissima per la città)