Venerdì sera il Consorzio Arcolaio, che gestisce l’Hub di via Mattei dal 2014, ha ricevuto una comunicazione di chiusura della struttura e conseguente trasferimento dei e delle 183 migranti che ospita entro il 14 giugno, con la motivazione della necessità di urgenti lavori di manutenzione.
Secondo la comunicazione i migranti andrebbero smistati e inviati – ad eccezione di 27 di loro che rimarrebbero in Emilia Romagna – a Caltanissetta, con una grave compromissione dei percorsi di integrazione già positivamente avviati con il territorio.
I trentacinque lavoratori e lavoratrici di diverse cooperative (Arca di Noè, MondoDonna Onlus, Cidas, Opengroup, Dolce), professionisti dell’accoglienza, impiegati presso la struttura hanno il fondato timore di perdere il proprio lavoro con un preavviso di soli 7 giorni.
Non devo ricordare alle colleghe e ai colleghi del consiglio i primi articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna. […]
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”.
Non attiene alla libertà esercitare un proprio diritto, la richiesta di asilo in un altro paese?
Non è parte della dignità sapere che ne sarà della propria vita con un anticipo di più di 7 giorni?
183 richiedenti asilo. Famiglie, giovani, minori. Persone che avevano già iniziato percorsi di integrazione, scuole di italiano. Tra loro c’erano dei ragazzi che erano stati formati al lavoro, che hanno lavorato per rimettere a posto gli arredi lignei della Montagnola, mentre attendevano il loro status da rifugiati. Per 156 di loro è stato disposto il trasferimento coatto a Caltanissetta.
Ancora, non attiene alla dignità sapere che ne sarà del proprio futuro lavorativo, nel caso dei lavoratori e delle lavoratrici di Arca di Noè, MondoDonna Onlus, Cidas, Opengroup, Dolce?
Credo che non vi sia nulla di degno in questa decisione, né nelle modalità con cui è stata comunicata. Ricordo che prima di venerdì a lavoratori e ospiti dell’Hub non era stata data nessuna comunicazione sulla necessità urgente di lavori di manutenzione, e che nella stessa comunicazione di venerdì 7 giugno non sono stati rivelati i dettagli sulla durata dei lavori o sul futuro della struttura.
Ad oggi non vi sono ad oggi notizie circa il bando per la gestione dell’accoglienza, in scadenza il 30 giugno. Avevamo già chiesto un’udienza conoscitiva, insieme alla collega Palumbo, sulla situazione dei centri d’accoglienza, che non è ancora stata calendarizzata.
Era previsto un incontro questa mattina, alle ore 9, fra gli enti gestori e la prefettura, che è stato annullato dalla prefettura ieri sera alle 20.30. Permane quindi una situazione di forte incertezza circa il futuro della struttura e le stesse modalità dell’annunciata e tempestiva chiusura.
Chiediamo oggi al Consiglio di riconoscere l’urgenza immanente, in re ipsa si direbbe, di un ordine del giorno di cui chiedo appunto l’ammissione ai lavori in via urgente.
Un ordine del giorno il cui dispositivo chiede al Consiglio Comunale innanzitutto di esprimere la propria solidarietà alle ospiti e agli ospiti della struttura, alle lavoratrici e ai lavoratori ivi impiegati, per le modalità e la tempistica con le quali è stato loro comunicato un provvedimento che ha così gravi riflessi sulle loro vite.
Inoltre invita il Sindaco e la Giunta a chiedere la sospensione del trasferimento e una gestione concordata dei lavori di ristrutturazione da effettuare nella struttura, e a farsi portavoce di una richiesta di incontro intersindacale fra Prefettura, Comune di Bologna, enti gestori e rappresentanze sindacali sulla situazione degli ospiti e delle ospiti, dei lavoratori e delle lavoratrici della struttura.
Leggi l’ordine del giorno approvato
Emily Clancy