Veniamo da un periodo in cui la scuola pareva essere sparita, inghiottita da una pandemia che non lasciava spazio a nulla che non rispondesse agli effetti devastanti di Covid-19.
Oggi, a più di tre mesi dall’inizio del lockdown, qualcosa pare muoversi. La così detta fase 2 si è aperta immaginando già la fase 3 e finalmente “la scuola” è tornata al centro dell’attenzione sociale e dell’agenda politica.
Ma non ancora al centro dell’urgente azione di governo, locale e nazionale, che meriterebbe.
Il 23 maggio scorso una iniziativa nazionale ha visto molte città rispondere all’appello di “Priorità alla scuola” e Bologna, grazie all’organizzazione di alcune associazioni locali, non è mancata all’appuntamento con una richiesta forte e chiara: “a settembre di nuovo a scuola in presenza, in continuità e in sicurezza”.
Negli stessi giorni, 77 presidenti di Consiglio d’Istituto e di Circolo dell’area metropolitana bolognese hanno sottoscritto una lettera inviata alle autorità locali e nazionali mettendo in luce carenze pregresse e necessità indispensabili per un degno ritorno a scuola a settembre.
Nelle ore in cui stiamo dettando questa convocazione, FLC-CGIL, la federazione dei lavoratori della conoscenza, ha dichiarato lo stato di agitazione, mentre i COBAS, qui a Bologna, invitano di nuovo alla piazza per il 6 giugno.
Coalizione Civica ha guardato e guarda con attenzione a queste importanti iniziative e non ha fatto né farà mancare il proprio sostegno.
Ma lo confessiamo, siamo preoccupat*. Ci pare di poter dire che non vediamo accadere quasi nulla delle cose che servirebbero per tornare a scuola in presenza, in continuità e in sicurezza. Siamo preoccupat* per le sorti future della nostra scuola pubblica. Siamo preoccupat* all’idea che la didattica a distanza possa diventare domani La Didattica. Siamo preoccupat* per i rischi di privatizzazione di pezzi importanti del sistema d’istruzione pubblico. Siamo preoccupat* all’idea che un diritto universalistico come quello all’istruzione depositato negli articoli 3, 33 e 34 della nostra Costituzione possa ridursi al punto da trasformarsi in un servizio a domanda individuale, e naturalmente a pagamento.
Per tutte queste ragioni avevamo annunciato giorni fa l’intenzione di convocare una Assemblea aperta ai mondi della scuola e a tutti e tutte coloro che da sempre si interrogano sul che fare per restituire dignità, qualità e futuro a un diritto, quello all’istruzione, da troppi anni trascurato e indebolito.
Ci siamo. Il 5 giugno un primo incontro, entro un ciclo “Bologna città riaperta” che vogliamo si estenda ad altri temi legati alla nostra città in uscita dall’emergenza sanitaria.
Senza pregiudizi né soluzioni precostituite ma con la ferma intenzione di non accontentarci, come desidera qualcuno, di tornare semplicemente come prima perchè già prima, la scuola soffriva di mancanza di risorse, di insegnanti, di aule, di innovazione. Sulle macerie di Covid 19 si apre un’occasione tutta nuova, di poter ripensare e rilanciare il nostro sistema d’istruzione. Facciamolo. Proviamoci. Tutte e tutti insieme. A partire da Bologna.