Nell’ultima settimana si sono tenute le commemorazioni per il 75esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole, l’insieme di stragi compiute dalle truppe nazifasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno.
Un crimine contro l’umanità e tra i più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile durante la seconda guerra mondiale, che causò 775 vittime solamente in quella settimana.
La Sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, alla quale va il nostro plauso e un ringraziamento per la dignità e la forza con cui ha condotto questa giustissima iniziativa, ha presentato, con il Gruppo Consiliare Marzabotto Insieme, un documento per rispondere alla recente risoluzione del Parlamento Europeo “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, risoluzione che tanto ha fatto discutere per il parallelismo che stabilisce tra nazifascismo e comunismo (per tutti l’intervento dell’ANPI).
Nel documento di Marzabotto la risoluzione EU è definita gravemente lesiva della lezione storica consolidata e maldestro tentativo di revisionismo o, addirittura di “ribaltismo” storico.
Coalizione Civica condivide pienamente questo severo giudizio.
Se già è strano che un’Istituzione si occupi di scrivere la storia, è inaccettabile che, con l’avvallo di 535 europarlamentari, si possa ri-scrivere la storia, affermando che il secondo conflitto mondiale, il più devastante della storia del nostro continente, sarebbe diretta conseguenza del patto Molotov-Ribbentrop e mettendo sullo stesso piano il comunismo e il nazifascismo. Mettendo così nero su bianco un falso ed un’omissione storica, finalizzati a cancellare le enormi responsabilità delle democrazie europee di fronte all’ascesa del potere nazista.
La seconda guerra mondiale fu vinta anche grazie all’enorme sforzo umano e militare dell’Unione Sovietica, che pagò un tributo di 25 milioni di morti (metà delle vittime totali della guerra) per la sua strenua lotta al nazifascismo. Anche a loro dovrebbe rivolgersi la risoluzione del Parlamento che si propone di «onorare le vittime», anziché equiparare aggressori e resistenti, carnefici e vittime.
Il nazismo è durato vent’anni, durante 13 dei quali ha governato un unico Paese; regime nazista e ideologia nazista sono la stessa cosa.
Il comunismo è stato innanzitutto una teoria egualitaria che esisteva già alla metà dell’800, che come sapete ha attraversato la prima e la seconda Internazionale (prima della terza e della quarta), dando luogo a rivendicazioni fondamentali del movimento operaio, a partire dalla giornata lavorativa di 8 ore di lavoro, 8 di riposo, 8 per la vita personale.
In tutti i Paesi del mondo ci sono state generazioni e generazioni di comunisti, in alcuni, pensiamo all’Italia ma anche alla Francia, quelle generazioni sono state protagoniste della sconfitta del nazifascismo e della vita democratica del paese. La nostra stessa carta Costituzionale non sarebbe stata la stessa senza l’apporto del Partito Comunista.
Non si può operare una sineddoche fra lo stalinismo e il socialismo reale e il Comunismo. La falce e il martello non sono simboli della dittatura di Stalin, ma di una speranza che per oltre centocinquant’anni ha animato milioni di persone in tutto il mondo. Come dicono alcuni parafrasando Primo Levi, se non si poteva pensare al nazismo senza lager, è stato ben possibile realizzare un socialismo senza gulag. Così come è possibile essere socialisti e criticare il regime di Stalin – molti, da sinistra, hanno pagato con gravi conseguenze o con la vita queste critiche – ma dobbiamo ancora ascoltare da coloro che si richiamano al fascismo e al nazismo una critica di Mussolini e Hitler.
Ieri a Marzabotto anche il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha preso l’impegno della ridiscussione della risoluzione che equipara nazismo e comunismo, ha invitato gli eurodeputati a venire a Marzabotto, nei luoghi dove è nata l’Europa, affermando che certe equiparazioni minano la nostra identità e impegnandosi perché presto vi sia un confronto fra il Comune e il Comitato per le vittime di Marzabotto con i gruppi parlamentari europeisti che hanno condiviso quella risoluzione.
Oggi abbiamo chiesto, con un ordine del giorno modellato sulla base di quello presentato a Marzabotto, che anche il Comune di Bologna, città Medaglia D’oro per la Resistenza, si unisca alla battaglia per la difesa della storia e della memoria del nostro paese portata avanti dal Comune di Marzabotto, e da molti esponenti politici, culturali e sociali, denunciando l’inaccettabile falsificazione della storia operata dalla risoluzione europea.