Qualche giorno fa l’ Assessora Bruna Gambarelli e l’Assessora Valentina Orioli hanno presentato la mappa sulla densità culturale della città.
La mappa – si legge nella notizia sul sito del Comune di Bologna/Cultura – sviluppata dall’Area Cultura del Comune di Bologna, è uno strumento aggiornato e in continua evoluzione, dedicato in modo particolare a chi progetta la cultura in modo continuativo e riporta, oltre all’articolazione dell’offerta culturale in città, molte altre informazioni capaci di dialogare tra loro
Ora, abbiamo navigato un po’ sulla mappa: a parte l’insieme decisamente “old style” senza possibilità interattive, come invece fornisce un’altra piattaforma web del comune di Bologna, ovvero l’area Comunità di Iperbole
abbiamo notato che:
- mancano le librerie sia le grandi che quelle indipendenti
- manca la Pinacoteca di Bologna come anche il Museo di Palazzo Poggi: al loro posto c’è segnalato un generico LUOGHI DELLA RIGENERAZIONE
- mancano alcune realtà come Fondazione Federico Zeri , RAUM/Xing, Centro delle donne di Bologna [c’è solo al Biblioteca Italiana delle Donne che è parte del Centro]
- mancano certi locali che da anni propongono musica di qualità come la Cantina Bentivoglio e il Bravo Caffè.
- mancano le scuole – elementari, medie, superiori – ma sono segnalati i nidi e alcune ludoteche
- mancano alcuni “centri sociali” tra cui Xm24, Vag61
E chissà cosa altro manca che non abbiamo visto.
Però sono segnalate le tutte le chiese.
Ovviamente è segnalato che tutto verrà implementato grazie alla partecipazione dei bravi cittadini che vorranno mandare integrazioni e segnalazioni.
Ma un pensiero nasce spontaneo: segnalare a un assessore alla cultura che mancano tutte queste cose, imbarazza quasi come segnalare a un cuoco che manca il sale.