Alla ripresa dei lavori delle Commissoni consiliari e del Consiglio comunale proporremo nuovamente e con forza la discussione del tema delle politiche per la casa e l’abitare, perché la disuguaglianza si combatte a partire dalle fondamenta, dai muri e dal tetto di una casa per tutti e tutte.
Bologna soffre di una cronica carenza di alloggi sul mercato dell’affitto a canoni accessibili e disponibili per studenti, lavoratori, lavoratrici e famiglie. Si stima che il mercato dell’affitto in città sia caratterizzato da un potenziale “eccesso di domanda” pari a 6000 famiglie e che la domanda proveniente dagli studenti universitari si attesti mediamente intorno alle 30.000 persone in cerca di alloggio.
La precarietà abitativa attraversa gruppi sociali diversi ed è in continua espansione, affrontare la questione abitativa significa oggi porsi un problema di giustizia sociale, in un contesto di crescita delle disuguaglianze. La disponibilità di un alloggio dignitoso rappresenta infatti un elemento centrale nell’esercizio della piena cittadinanza.
La difficoltà a sostenere i costi di un alloggio rappresenta nello stesso tempo una causa ed un effetto dell’acuirsi delle situazioni di disagio economico e sociale. Mentre – in Italia – il reddito disponibile in termini reali è crollato in un decennio del 5%, i canoni di affitto sono aumentati in media del 130%. Questa situazione ha portato a un aumento dell’incidenza del costo dell’abitare sul reddito familiare e, conseguentemente, gli sfratti sono aumentati in misura considerevole, raddoppiando negli ultimi 10 anni. Gli sfratti, peraltro, rappresentano la punta di un iceberg, di una situazione nazionale in cui il 75% delle famiglie residenti in affitto e il 50% di quelle che hanno un mutuo non riescono a onorare i pagamenti a fine mese. Nello stesso tempo, mentre si riduce l’accessibilità del prezzo degli alloggi, aumenta il numero degli appartamenti sfitti e invenduti, mentre l’edilizia pubblica oggi, in Italia e a Bologna, risponde a una quota minima di popolazione, rappresentando il 4%-5% del patrimonio abitativo, una delle quote più basse in Europa.
Nel territorio del Comune di Bologna vi sono almeno 4.100 nuclei in disagio abitativo acuto, ai quali si sommano almeno 3.400 nuclei che necessitano di un contributo per far fronte al canone di locazione.
Inoltre il fenomeno degli affitti irregolari o di discriminazioni applicate nella selezione degli inquilini emergono con costanza nelle cronache cittadine, infine con il boom del turismo sempre più alloggi vengono sottratti al mercato degli affitti “ordinari” per essere immessi nel ciruito degli affitti turistici.
In tale contesto si rende necessario mettere in campo strategie e politiche per perseguire in via prioritaria gli obiettivi di calmierare il mercato dell’affitto, favorire l’incontro tra domanda e offerta, contrastare i fenomeni di discriminazione e di locazione irregolare, potenziare gli interventi di mediazione in caso di sfratto e di sostegno al reddito nei casi di morosità incolpevole, mettere a disposizione alloggi del patrimonio pubblico evitando insensate dismissioni, come accaduto di recente, e ricorrendo anche a forme innovative di ristrutturazione e convivenza.
Queste le premesse da cui siamo partiti per porre alla discussione del Consiglio comunale tre ordini del giorno, ognuno centrato su un aspetto del “problema casa”:
contenere la crescita esponenziale di alloggi turistici e favorire la messa a disposizione di alloggi per il mercato “ordinario” dell’affitto;
favorire l’incontro tra domanda e offerta nel mercato dell’affitto contrastando affitti irregolari e discriminazioni;
valorizzare al massimo il patrimonio pubblico, sia di Edilizia Residenziale Pubblica che di altri enti.