Oggi il Consiglio Comunale ha approvato la delibera per conferire la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki all’unanimità.
Quest’importante riconoscimento si deve a una città intera che, a partire dall’Università, non ha mai smesso di mobilitarsi per chiedere la liberazione di Patrick e il suo ritorno a Bologna.
Patrick è, come molte e molti di noi, uno studente che ha scelto Bologna, un attivista impegnato per i diritti civili, un simbolo di tante cose. Ma, oggi, è anche un nostro concittadino, ingiustamente detenuto per le sue idee, che questa città vuole tornare ad abbracciare al più presto.
Qui il nostro impegno per arrivare a questo importante traguardo, dai primi ordini del giorno alla richiesta di udienza conoscitiva per il conferimento della cittadinanza, dai presidi ai question time, dall’iniziativa a Metropolis fino alla commissione di giovedì scorso.
Di seguito l’intervento della nostra consigliera Emily Marion Clancy oggi in aula.
Intervento sulla cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki.
Grazie, Presidente,
Sono passati più di 11 mesi da quel 7 Febbraio dell’anno scorso in cui l’attivista e ricercatore egiziano Patrick George Zaki, il nostro concittadino adottivo, è stato fermato e poi arrestato dalle autorità egiziane al suo arrivo all’aeroporto de Il Cairo per un periodo di vacanza con la famiglia.
Un arresto avvenuto sulla base di un ordine di cattura di cui Patrick era all’oscuro e a cui sono seguiti undici mesi di detenzione, con continui rinvii di udienze e prolungamenti della custodia cautelare in carcere.
L’abbiamo detto più di una volta: se a noi gli ultimi mesi ci sono sembrati lunghi, se la pandemia ci è sembrata difficile, proviamo a immaginare come sia stata per Patrick, che rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook, che peraltro la sua difesa considera falso. Un account falso che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare a carico di Patrick le pesanti accuse di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”.
Tra qualche minuto Patrick diventerà nostro concittadino anche ufficialmente, e quindi oggi dobbiamo celebrarlo.
Patrick George Zaki, che fin da adolescente la mattina del Natale copto, il 7 gennaio, amava svegliarsi presto per andare in chiesa a preparare la celebrazione dedicata ai bambini, andando a prendere quelli che non potevano essere accompagnati dai genitori a casa e riportandoli.
Patrick, il ragazzo che si fermava sempre per comprare quanto era in vendita dal bambino ambulante della sua zona, per chiedergli se stesse bene, per assicurarsi che andasse a scuola.
Patrick, il giovane uomo che all’università tedesca del Cairo partecipa alle iniziative dedicate ai temi sociali e politici, si dedica ai diritti umani.
Patrick, il neo laureato che si unisce all’EIPR, Egyptian Initiative for Personal Rights, la principale organizzazione egiziana per la giustizia sociale e la tutela dei diritti umani.
Patrick, il nostro concittadino adottivo, che ha scelto Bologna per coronare il suo sogno di continuare gli studi dopo la laurea, che ha vinto la borsa per frequentare il Master GEMMA il studi di genere. Che chiama Bologna la sua casa, che dal carcere ha chiesto di continuare a seguire le lezioni, di poter avere i suoi libri di testo, di essere visitato dal suo medico di Bologna, di poter essere liberato e riabbracciare finalmente la sua famiglia, certo, ma anche la sua comunità, quella della nostra città.
Tra qualche decade si celebreranno i 1000 anni di vita della nostra università. Sempre a Bologna risale al 1256 il Liber Paradisus, il testo di legge emesso dal Comune di Bologna con cui si proclamò l’abolizione della schiavitù e la liberazione dei servi della gleba. Ebbene la storia di Patrick si intreccia profondamente con quella della nostra città.
Ringraziamo ancora Riccardo Noury e tutta Amnesty International, Italia, Bologna e Unibo per aver accolto i nostri inviti a partecipare ai lavori della commissione e a tante iniziative ma soprattutto per l’immenso impegno profuso sul caso, ringraziamo Bologna e non solo, la famiglia e gli amici di Patrick, la sua comunità universitaria all’Unibo, Patrick Libero – الحرية لباتريك- الحرية لباتريك چورچ , Artisti per Patrick, ADI Bologna, Link Studenti Indipendenti, Possibile, Saperi Naviganti, i partecipanti alla maratona artistica, le tante e i tanti scesi in presidio molteplici volte o che hanno chiesto che venisse mantenuto il disegno di Gianluca Costantini sulla facciata di Palazzo dei Notai.
È vero, oggi come Consiglio siamo arrivati a questo sofferto traguardo del conferimento della cittadinanza, ma oggi non dobbiamo celebrare quanto fatto.
Nulla in più del nostro dovere, quello di far parte di una storia collettiva scritta insieme alla società civile, una storia di lotta per la libertà.
Oggi è un passo importante ma non è IL traguardo, quello della sua liberazione.
Continuiamo a lottare per Patrick e a far luce sul suo caso fino al giorno in cui non sarà finalmente a Bologna.