
Prima tra tutte la modalità con cui, rottamato improvvisamente il vecchio progetto, altrettanto improvvisamente si inizia a lavorare su una sola proposta di potenziamento della tangenziale e autostrada nel nodo bolognese, come se fosse scontato che l’unico modo per risolvere il problema del traffico sia aumentare le strade e non il trasporto pubblico con particolare attenzione a quello su ferro più adatto a tragitti metropolitani (quelli appunto che uno di solito fa in auto intasando tangenziale e autostrada), come se fosse scontato che quella è l’unica opzione di potenziamento possibile, opzione che prevede comunque un consumo di suolo e degli espropri (il progetto in viadotto ad esempio non presenta queste criticità – progetto che mi è stato impedito di presentare in comune con un’udienza conoscitiva che non è mai stata calendarizzata – questa è la millantata democrazia e la sbadierata partecipazione del PD).
Poi l’assenza di studi sul flusso di traffico (allegati all’accordo non vi sono), se e come aumenterà e quali ripercussioni avrà sulla viabilità ordinaria. Non basta allargare una rampa della tangenziale o aggiungere una rotatoria, è come ingrandire una bottiglia (tangenziale e autostrada) lasciando il collo stretto (viabilità ordinaria) e avere l’illusione l’acqua fluisca più rapidamente (ovvero rimarranno le congestioni di traffico).
Il percorso corretto dafare sarebbe stato:
- potenziamento spinto di trasporto pubblico, ferroviario con SFM e autobus
- potenziamento rete ciclabile
- compleamentamento della viabilità ordinaria (che ora viene considerata come opere di adduzione al passante di mezzo) che era da fare a prescindere dai vari passanti
una volta realizzato tutto queso si verifica la dimensione del traffico su gomma rimasto e si valuta se potenziare e come tangenziale e autostrada.
Ma si sa … qui le cose il PD le fa a rovescio, partendo dalle scadenze elettorali e dal bisogno di raggranellare voti, non partendo dalle reali esigenze dei cittadini.
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