“Bisogna dire la verità agli italiani: senza immigrati l’Inps crollerebbe. Chiudere le frontiere significherebbe una manovra economica in più ogni anno. Se i flussi di entrata dovessero azzerarsi, avremmo per i prossimi 22 anni 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate a immigrati, con un saldo netto negativo di 38 miliardi per le casse dell’Inps”. Così il presidente dell’Inps, Tito Boeri.

Certo è un dato che fa riflettere e che vorrei venisse spacciato molto più delle fake news, dei pregiudizi e degli stereotipi che ci vengono quotidianamente propinati dai partiti di destra e dai media sull’immigrazione. È un dato che cancella in un sol colpo tutta la retorica anti-immigrati che sostiene che i migranti vengono mantenuti dall Stato e che pesano sulle spalle degli italiani, specialmente i più deboli.

Tuttavia, una critica radicale non può fermarsi al banale dato di realtà ricordato da Boeri: dobbiamo affermare un punto più importante e politicamente imprescindibile.
Gli immigrati non sono merce. Il diritto all’accoglienza degna non va subordinato a quanta forza lavoro fornisce, a che profitto può produrre, a che titolo di studio possiede il migrante. I diritti umani sono universali proprio perché ci appartengono – a tutte e tutti – per il solo fatto di esistere.

Il miglior modo per rendere gli immigrati un “esercito industriale di riserva” che possa generare una pressione al ribasso sulle condizioni socio-economiche dei lavoratori italiani è la criminalizzazione dei migranti stessi, relegati in un limbo di illegalità. La migrazione spesso non è una scelta, ma una necessità per la sopravvivenza, ed in quanto tale i flussi non si possono arrestare con la militarizzazione dei confini.

Legalizzare l’immigrazione e dare un’accoglienza degna è l’unico modo affinché la condizione di semischiavitù di alcuni non influisca negativamente sulle condizioni di tutti.

Emily Clancy_Consigliera Comunale Coalizione Civica

 

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