T𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘪𝘴𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘊𝘈𝘚.
Questo il “decreto” di una legge ingiusta che il nostro Capogruppo Detjon Begaj negli scorsi mesi aveva già definito “infame” in diverse occasioni e presidi.
Una legge che ti espelle dall’accoglienza se se superi i 5.900 euro annui di reddito (circa 500 euro al mese), determinando così la perdita della residenza e di conseguenza il rischio concreto di non poter rinnovare il permesso di soggiorno.
Una legge che colpisce persone migranti che lavorano all’Interporto, alla SDA, nella filiera della logistica, con contratti a chiamata di 4 ore, a tempo determinato e quindi senza alcuna garanzia che gli permetta di far fronte alle loro necessità e trovare soluzioni d’alloggio alternative.
Una legge che produce illegalità e sfruttamento.
Una legge ingiusta, razzista e respingente.

Applicando questa legge negli scorsi mesi la Prefettura di Bologna aveva comminato sanzioni e ingiunzioni di pagamento per decine di migliaia di euro a diverse persone migranti residenti nel CAS di via Mattei, responsabili di aver percepito redditi superiori alla soglia dell’assegno sociale.
Alla richiesta di “rimborso” si sommava ovviamente anche quella di allontanamento dal centro di accoglienza per il medesimo motivo.
Una sentenza del Consiglio di Stato del 7 marzo scorso finalmente, però, ha esentato cinque persone migranti, richiedenti asilo tra Bologna e Ferrara, dalle ingiunzioni di pagamento inviategli dalla Prefettura poco più di un anno fa.
Persone vittime di un meccanismo sproporzionato e impensabile che in questi mesi le aveva già allontanate dal CAS.

Accogliamo positivamente la notizia di questa sentenza, basti ricordare che circa un anno fa l’intera maggioranza del Consiglio Comunale aveva sottoscritto e approvato un Odg che oltre alla richiesta di “superare il cas di via Mattei”, chiedeva anche di “superare in sede legislativa la normativa che prevede l’esclusione dal sistema dell’accoglienza di quei cittadini stranieri che superano l’importo dell’assegno sociale (5.900 euro), anche alla luce di una sentenza del TAR della Toscana che ritiene la disciplina italiana della revoca delle misure di accoglienza ai richiedenti la protezione internazionale in contrasto con la direttiva 2013/33/UE disponendone la disapplicazione”.
Ora intervenga il Parlamento per rimediare a questa ingiustizia e il Governo prenda atto di ciò che i tribunali ormai ripetutamente affermano, intervenendo per far sì che le Prefetture non dispongano più l’espulsione dal sistema di accoglienza di coloro che superano una soglia di reddito del tutto inadeguata a garantire la sussistenza e l’autonomia delle persone.

 

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