Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno, presentato da Coalizione Civica, per sollecitare l’apertura di un corridoio umanitario che consenta ai profughi oggi ammassati lungo la frontiera Bosniaca in condizioni proibitive di raggiungere, in sicurezza, i paesi europei, per assicurare accoglienza a chi fugge da situazioni drammatiche.
(Ringraziamo Michele Lapini per la foto)
L’intervento del nostro Consigliere comunale Federico Martelloni:
“Durante la crisi pandemica, nel cuore di una crisi sociale destinata ad acuirsi, distratti da un’irresponsabile crisi di governo segnata dall’avventurismo incosciente di qualcuno, perdiamo di vista la crisi umanitaria che si consuma a pochi chilometri dal territorio italiano.
Mi riferisco al dramma che vivono i migranti sulle rotte balcaniche, assiepati nell’inferno di ghiaccio di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia, in un campo allestito dall’esercito bosniaco dove 800 persone, 200 delle quali ancora prive di un posto in tenda, combattono per la sopravvivenza in mezzo alla neve, ad una temperatura che raggiunge i – 10°.
Quel che accade lungo la cosiddetta “rotta balcanica” e in particolare in Bosnia, a pochi chilometri dalla Croazia, quel che avviene a Lipa e tra Tuzla, Bihac, Velika Kladusa, non può più essere ignorato dall’Italia e dall’Europa. Non può essere ignorato da chi ha preso posizione, in più circostanze, a favore dell’apertura di corridoi umanitari che consentissero di salvare vite umane, come abbiamo fatto nel caso del dramma di Lesbo.
L’incubo che vivono migliaia di migranti anche a causa dell’assenza di un’adeguata politica comune europea deve provocare la mobilitazione delle istituzioni nazionali e comunitarie, ma non può lasciare in silenzio una città come Bologna.
Lo hanno detto alcuni parlamentari europei dapprima attraverso interventi e interrogazioni, poi con un appello pubblicato l’11 gennaio con il quale si invitano tutte le istituzioni a non chiudere gli occhi. A non voltarsi dall’altra parte.
Da Lesbo alla Bosnia, dal Mediterraneo alla Libia: troppe volte pagine disumane sono state volutamente ignorate. In questo contesto – scrive un gruppo di parlamentari europei tra i quali Pietro Bartolo, Elisabetta Gualmini, Pierfrancesco Majorino, Giuliano Pisapia, Massimiliano Smeriglio… – bisogna “agire subito. In Bosnia e lungo la rotta balcanica, serve un intervento comune per affrontare ciò che sta accadendo e per impedire respingimenti (più o meno mascherati) alle frontiere, che non fanno altro che moltiplicare le sofferenze per bambini, donne, uomini rispetto a cui vanno immaginati veri e propri corridoi umanitari (come del resto deve accadere anche altrove). Ne va delle condizioni materiali delle persone, dei rischi che corrono ogni giorno e, forse ancora prima, dei principi stessi che devono segnare un nuovo protagonismo europeo”.
Da un lato, come ricordano anche i parlamentari, “serve una strategia politica sull’immigrazione molto più coraggiosa rispetto a quanto accaduto in tutti questi anni” che non solo abbia al centro il tema del rispetto dei diritti umani, ma soprattutto preveda “la condivisione della responsabilità dell’accoglienza”.
Dall’altra, è essenziale attivarsi, oggi, per l’apertura di corridoi umanitari che scongiurino il peggio.
Girarsi dall’altra parte, far finta di non vedere, significa essere complici.
Bologna, per la sua storia e la sua tradizione, per certo non può né deve permetterselo.”