Dopo le ennesime notizie di aggressioni e discriminazioni ai danni di persone LGBTIQ credo sia di nuovo tempo che il nostro Comune si distingua e si faccia sentire sul disegno di legge “Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere” noto come DDL Zan, presentato il 2 Maggio 2018.
Siamo quasi a tre anni dalla sua presentazione.
Abbiamo tutti letto di Malika Chalhy, cacciata di casa dai genitori per il suo orientamento sessuale, delle aggressioni nelle metro o per strada che ancora avvengono nel nostro paese esclusivamente per la propria identità di genere o per il proprio orientamento sessuale, ne abbiamo discusso anche in seguito ad episodi avvenuti nella nostra città. Bene: la solidarietà non basta più
Dopo i numerosi ritardi provocati dall’ostruzionismo dei partiti di destra, lo scorso 7 aprile, la commissione Giustizia del Senato, presieduta dal leghista Andrea Ostellari, ha deciso un nuovo slittamento della calendarizzazione del ddl Zan contro l’omofobia.
La legge, già approvata alla Camera il 14 ottobre scorso, attende da mesi di approdare nell’Aula del Senato.
L’ufficio di presidenza della commissione Giustizia ha chiesto e ottenuto l’accorpamento di altri 4 ddl che riguardano sempre il ddl Zan e di inviare tutto alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, per il passaggio del ddl in sede referente. Il che, in sostanza, equivale a parlare di un nuovo slittamento dell’avvio della discussione in Aula. Questo passaggio poteva essere svolto prima, sempre che fosse davvero così necessario. Nei fatti è l’ennesimo tentativo dilatorio da parte della destra verso un testo che, come è noto, gode del sostegno della maggioranza in Commissione ed è già approvato alla Camera.
Rimandando la decisione alla presidente Casellati sull’accorpamento, Ostellari ha esaurito tutti gli alibi. Visto che si tratta esclusivamente di risolvere un problema tecnico, entro questa settimana il presidente potrà tranquillamente calendarizzare la discussione del DDL. Infatti l’accorpamento è stato votato all’unanimità dall’ufficio di presidenza, quindi anche da chi è a favore al DDL, per cercare di sbloccare la situazione e giungere finalmente all’esame della proposta di legge.
Il Consiglio Comunale di Bologna, lo ricordiamo anche nel testo di un ordine del giorno di cui, come Coalizione Civica, abbiamo chiesto la rattazione urgente, si è espresso più volte contro l’omotransfobia e per la promozione di azioni positive per il contrasto alle discriminazioni, a ottobre scorso anche con un ordine del giorno sull’iter del disegno di legge in oggetto della Consigliera Montera.
È una questione di tutela dei diritti umani, non possiamo più aspettare mentre ogni giorno continuano ad avvenire aggressioni ed episodi di discriminazione contro persone appartenenti alla comunità LGBTIQ.
Chiediamo che il Consiglio comunale di Bologna si esprima pubblicamente sollecitando la rapida calendarizzazione dell’esame del disegno di legge in oggetto e la sua approvazione.