di Brunella Guida
Il 25 ottobre scorso si è tenuto il Consiglio Aperto del Quartiere Navile, per illustrare lo stato di attuazione dei lavori nel comparto Lazzaretto. Il fiore all’occhiello di una stagione di meravigliose e progressive sorti della città e del nostro quartiere, affidate alla speculazione edilizia inaugurata negli anni 2006/2007 con i piani particolareggiati dei due comparti Ex Mercato Navile e, appunto, Bertalia-Lazzaretto, è definitivamente appassito.
In realtà l’area era uno di quei classici esempi di che cosa non si dovrebbe inserire in un piano urbanistico; i pesanti condizionamenti esistenti (linea atterraggio decollo pista aeroporto Marconi e inquinamento acustico ed atmosferico, vicinanza ferrovia sopraelevata, zona delicatissima per la ricarica della falda e pozzi prelievo acqua, inquinamento elettromagnetico per tre elettrodotti, presenza di barriere antropiche: terrapieni ferrovie a est, ovest, sud) che hanno comportato enormi costi di urbanizzazione.
A poco servono oggi i toni enfatici della illustrazione di ripresa dei lavori nel comparto dopo che il il Comune si è visto obbligato, nel 2016, a modificare il progetto d’intervento, con una variante fatta apposta per venire incontro ai costruttori, in difficoltà dopo l’abbandono dell’Università.
Se si confrontano i tre interventi in atto (Murri, Della Casa, Zagnoni) con la tavola dell’intervento complessivo risulta il fallimento dell’operazione e non una grande ripresa.
Ora l’ultima questione, in ordine di tempo, della mancanza attuazione delle opere viarie che darebbero accesso alla stazione intermedia del People Mover (per rimediare alla quale è stata “promessa” una strada di accesso “provvisoria”) assume contorni da operetta, non fosse che di mezzo ci sono oltre la vita quotidiana degli abitanti residenti e l’impressione devastante di una Bologna ormai privata di una sia pur minima scintilla di pianificazione urbanistica.
L’Amministrazione bolognese non può continuare a perpetrare questo esercizio di rimozione della situazione degli abitanti del comparto Bertalia-Lazzaretto, ormai da anni seppelliti dalla polvere dei cantieri in un contesto privo dei più elementari servizi: dal trasporto pubblico ad una dignitosa organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti, dalla mancanza di marciapiedi e dalla pericolosità degli attraversamenti pedonali al monitoraggio della qualità ambientale.
Che almeno si parta dalla presa d’atto di questo fallimento assumendosi la responsabilità e invertendo lo sguardo dai grandi e piccoli interessi dei costruttori a quello degli abitanti del Lazzaretto ai quali è necessario restituire la dignità di cittadini.
Ci adopereremo costantemente per questo.