Leggiamo con preoccupazione del rischio concreto di bocciatura di 12 studenti e studentesse del Liceo Minghetti che avrebbero partecipato all’occupazione dell’Istituto, per i quali sono stati previsti il 6 in condotta e una sospensione di tre giorni.
Con questa presa di parola non intendiamo mettere in discussione le prerogative di chi dirige il Liceo e del Collegio dei Docenti, ma solo contribuire ad una riflessione sull’opportunità di punire così severamente un’azione che nasce come atto politico.
Questo non significa necessariamente tollerare o essere accondiscendenti su ragioni che possono essere messe in discussione, analizzate e anche criticate duramente, ma riflettere sulle conseguenze sul credito scolastico di rigide sanzioni disciplinari.
Le scuole di ogni ordine e grado sono sempre state luoghi di conflitto, di dialogo e confronto, attraverso il quale generare pensiero critico, esprimere bisogni, poter anche imparare dagli errori di cui certamente occorre assumersi le proprie responsabilità.
Chiediamo un supplemento di riflessione a riguardo, con lo stesso spirito di ricerca che ci guida in ogni questione complessa, di cui la città discute, legge, dice la propria, perché ha a che fare con la collettività, il ruolo che ognuna e ognuno di noi ricopre, il migliorare il modo in cui si educa, il modo in cui si governa un’istituzione, la gestione delle proteste contro l’istituzione stessa. In altre parole: lo stare assieme.
Per queste ragioni abbiamo firmato l’appello rivolto alla cittadinanza per il ritiro delle sanzioni.