Ho letto un sacco di cose in questi giorni.
Làbas ha aperto un dibattito di alto livello, per le strade e i bar di Bologna, nei social network, sui giornali locali e nazionali che hanno ospitato molti interventi intelligenti, non scontati nel contenuto e nel chi li ha firmati. Altri hanno preferito scrivere cosa avremmo dovuto fare, cosa avremmo dovuto dire, cosa si aspettano da noi. Tutto legittimo, tutto importante e parte di un patrimonio di punti di vista che è ricchezza di tutti, non di qualcuno. Ma come diceva un tale filosofo, Charles Pierce, “la realtà è della stessa natura delle parole”. Quindi la parola e la realtà non possono essere disgiunte. Dopo aver incontrato il Sindaco, ad esempio, non sono convinto che l’amministrazione abbia capito del tutto qual è la realtà a cui ci hanno costretto. Làbas non ha bisogno di essere il paradigma di qualcosa. Làbas va collocato al posto giusto in una città che cambia nei propri flussi, nelle sue esigenze, nelle forme della politica e della società che si organizza. Come scrive Harvey in una definizione che ho scolpito nella testa, “il diritto alla città è il diritto a cambiare noi stessi cambiando la città”. Làbas non ha mai avuto paura di cambiare e non ne avrà in futuro, per continuare a coltivare la stessa energia, la stessa curiosità politica e la voglia di lottare di sempre. Possiamo farcela se non aspettiamo Godot. Possiamo farcela attraverso una spinta collettiva che questa città ha nelle proprie corde. Per dirla con Antonio Gramsci, “non abbiamo bisogno di predicatori di esteriorità, freddi alchimisti di paoletto. Ci vuole comprensione, intelligenza e simpatia piena d’amore”. Ognuno può dare tutto questo, noi faremo la nostra parte. Ci vediamo stasera all’ Assemblea pubblica #RiapriAMOLàbas.
p.s. Questa foto di Simona Hassan è l’assemblea del 28 gennaio 2016, in cui fondammo il Comitato Ex caserma masini bene comune. Ne facemmo altre in centinaia, prima e dopo, per costruire il processo che ha portato a sostenere Coalizione Civica Bologna, mentre cinque nostri compagni erano agli arresti domiciliari per una manifestazione contro Forza Nuova. Le foto delle assemblee sono una la copia dell’altra. Si chiama democrazia, si chiama autonomia, si chiama partecipazione.
Detjon Begaj_Consigliere Quartiere Santo Stefano