Proprio nel giorno in cui Coalizione Civica chiede giustamente conto del referendum ignorato sul finanziamento alle scuole private, l’ennesima rottura con la relativa sospensione dell’erogazione dell’acqua ci riporta al tradimento del referendum del 2011. Il partito padrone, in Italia e a Bologna, ha dimostrato la chiara e trasparente intenzione di ignorare la richiesta di 25 milioni di cittadini che avevano detto, con la schiacciante forza tranquilla di un voto, che in nessun modo l’acqua, la sua erogazione e distribuzione, debba essere affidata ad aziende che rappresentino anche interessi privati. Nella nostra area metropolitana, a partire dal 2021 scadrà la convenzione con HERA, un’azienda in cui la partecipazione pubblica non ha impedito la quotazione in borsa con i conseguenti vincoli di segretezza e subordinazione a logiche di mercato. Le persone hanno bisogno di acqua pulita e amministrazione trasparente, le persone non possono vivere un assurdo “conflitto esistenziale di interesse” tra il loro essere cittadini che hanno diritto ad avere tubature in ordine, libere da amianto e messe in sicurezza e il loro essere azionisti di un’azienda che persegue profitto di impresa, si espande in Europa e “dimentica” o trascura la fondamentale quotidiana manutenzione ordinaria della rete: il referendum del 2011, tradito dal PD a livello nazionale e locale, parla chiaro e la conseguenza deve essere una sola: integrale pubblicizzazione della rete idrica, affidamento di ogni aspetto gestionale, distributivo e manutentivo ad una società al 100% pubblica a gestione democratica, con cariche assegnate per competenza, controllabili e revocabili. Le premesse della ripubblicizzazione reale dell’acqua vanno costruite subito già all’inizio del mandato consiliare 2016/2021. Nel programma di Coalizione Civica leggiamo che “occorre coinvolgere le cittadine e i cittadini che si sono espressi con il referendum in un percorso partecipato per decidere come riprendere in mano pubblica la gestione dell’acqua in vista della scadenze delle convenzioni” Bene, su queste basi possiamo lavorare per riprenderci, come comunità, quello che la natura ci ha dato non per assegnare proprietà e dividendi ma per la vita nostra e dei figli dei nostri figli. In mano pubblica, con una gestione democratica e consapevole, siamo sicuri che sarà rafforzata anche la lotta allo spreco di risorse idriche, ancora a livelli troppo alti nel paese e nel nostro territorio. Bisogna cambiare, ci vuole aria pulita e acqua chiara e trasparente. L’acqua torni pubblica.