Oggi, in Consiglio Comunale, abbiamo posto due domande di attualità, una sulle piattaforme di Air B&B per gli affitti brevi, l’altra su quelle di food delivery per le consegne in bicicletta, evocando una stessa gigantesca questione del nostro tempo: come sono cambiate le città, in rapporto alle sfere della produzione e riproduzione sociale?
La città, intesa come “piattaforma” su cui s’innestano nuove forme del lavorare e dell’abitare, può costituire anche un nuovo efficace spazio di regolazione?
Esistono strumenti amministrativi che possono essere adattati a nuove sfide regolative, per far fronte ad altrettante emergenze sociali?
Questa è la sfida. Perchè è anche dal governo di queste trasformazioni dell’economia urbana che passa il nostro impegno contro sfruttamento e lavoro povero.
In primo luogo, c’è il tema trasversale dell’accesso a dati e informazioni, tanto per le piattaforme di food delivery (come, dove e quando si ordina; chi e in quanto tempo procede alla consegna), quanto per Airbnb (quante case sono in affitto a che prezzi e per quanto tempo) nonché, domani, per Uber.
In secondo luogo, nella polemica in atto sulla mobilità ciclabile, è emerso un aspetto particolare e trascurato, da tutti e anche dall’Amministrazione: le lavoratrici e i lavoratori che si occupano delle consegne utilizzando la bicicletta o il motorino, consegne soprattutto di cibo, nella Bologna City of Food. Quanto costa questo “food” in termini di sicurezza sul luogo di lavoro (che in questo caso sono le strade della città)? Si tratta di una vera emergenza sociale, posto che i riders sono lavoratori estremamente precari e sfruttati e spesso “dipendono dai ritmi forsennati imposte dalle piattaforme on line che si sono fatte datori di lavoro virtuali e evanescenti” (da deliveroo a just eat fino Sgnam, tutte presenti nella città di Bologna).
Abbiamo interrogato la Giunta perché crediamo che il Comune abbia la legittimità e il compito di orientare il funzionamento dell’algoritmo (leggasi: organizzazione del lavoro) che oggi spinge questi lavoratori a correre come disperati per consegnare di più e più in fretta.
Tradizionalmente l’apparato amministrativo si basa sul l’idea che la città sia essenzialmente luogo della riproduzione sociale. Eppure, nel caso dei riders, le strade della città sono innanzitutto luogo di produzione, sicché il tema dell’organizzazione del lavoro smette di essere ad esclusivo appannaggio della piattaforma o delle relazioni industriali, coinvolgendo la città e il suo governo, chiamati ad un uso, anche innovativo e coraggioso, degli strumenti amministrativi di cui dispongono.
Sul tema della “città come piattaforma” Coalizione Civica Bologna ha intenzione di andare avanti, perché da qui passa un pezzo importante del futuro delle città del lavoro.
Federico Martelloni