Sono ore terribili per il cantone curdo siriano di Afrin.
L’esercito turco, spalleggiato da bande jihadiste, avanza e minaccia la città di Afrin, dopo aver portato morte e distruzione nei dintorni.
Sotto gli occhi del mondo si vuole consumare un massacro, operare una pulizia etnica e tentare di colpire la rivoluzione delle donne e l’esperimento di pace e convivenza del Confederalismo Democratico Rojava.
Il Tev Dem, movimento per una società democratica nella Siria del nord, ha chiamato a una mobilitazione generale in tutto il mondo per difendere Afrin e rompere il silenzio.
Appuntamento oggi, lunedì 12 marzo, alle 18.00 in Piazza Nettuno.
Afrin non è sola.
Bologna – Fermiamo il massacro ad Afrin
Lunedì 12 Marzo 2018 dalle 18:00 alle 21:00
Piazza del Nettuno. Piazza del Nettuno, Bologna
Fermiamo il massacro delle donne e del popolo curdo e siriano ad Afrin
Nelle ultime ore la situazione ad Afrin si è fatta più critica: l’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate alla città da diversi lati.
Sono a 2,5 km di distanza e minacciano direttamente la città.
Il Tev Dem (il movimento per una società democratica nella Siria del nord) ha chiamato a una mobilitazione generale in tutto il mondo:
> per difendere Afrin;
per difendere la rivoluzione delle donne e il modello del Confederalismo Democratico;
> per supportare la rivoluzione della Siria del nord e quindi la speranza e l’esempio della rivoluzione nel nuovo secolo;
> per una società libera e democratica in cui tanti popoli diversi possono vivere assieme e che sia anche una proposta di pace per la Siria;
> per fermare il progetto di pulizia etnica che Erdogan e i jihadisti vogliono attuare sulla popolazione del cantone di Afrin;
> per chiedere una no fly zone che fermi i bombardamenti aerei;
Ora più che mai bisogna rompere il silenzio della comunità internazionale che di fatto è complice del piano della Turchia.
Scendiamo in piazza plunedi 12/03 h. 18,00, appuntamento in piazza Nettuno per un presidio spontaneo
Afrin non è sola
Il silenzio è complice
#DefendAfrin