Perchè il ddl Pillon è criticato da numerose associazioni che si occupano di famiglia e minori e dai centri antiviolenza, dai movimenti femministi e dalle relatrici speciali delle Nazioni Unite sulla violenza e la discriminazione contro le donne? Rende più complicato e oneroso l’accesso alla separazione e al divorzio; la priorità non è più tutelare l’interesse del minore ma quello dell’adulto economicamente più forte; non considera il gap salariale e occupazionale di genere, molte donne lasciano o perdono il lavoro dopo la maternità; non considera i casi in cui le separazioni sono dovute a violenza domestica. I movimenti femministi hanno ribadito che la riforma è un grave attacco alle donne e alle conquiste ottenute negli ultimi decenni nell’ ambito del diritto sulla famiglia e sulla violenza domestica. La lettera delle Nazioni Unite la definisce una misura repressiva e contro i diritti delle donne.


Piazza Re Enzo
Il 10 novembre portiamo in piazza il nostro stato di #AgitazionePermanente ✊🔥
Il Disegno di legge Pillon è una proposta intrisa di violenza. Non vogliamo discuterla o emendarla: noi la respingiamo senza condizioni!

➡ Ore 15.00: presidio in Piazza Re Enzo con la Casa delle donne per non subire violenza ONLUS
➡ Ore 17.30: PASSEGGIATA FEMMINISTA verso Via Indipendenza!

Il Ddl Pillon:
– vuole imporre un ordine sociale fondato sul contratto matrimoniale, sulla famiglia e sulle gerarchie sessuali. Cerca di ristabilire l’autorità maschile quotidianamente contestata dalle donne che si separano e da pratiche di convivenza, crescita di figli, scelta di non averne, che eccedono già questo modello;
– vuole usare la dipendenza economica come leva del comando patriarcale. Perciò è in continuità con le politiche del governo grillo-leghista, che fa del «reddito di cittadinanza» uno strumento per obbligare al lavoro gratuito, abbassare i salari e irrigidire le gerarchie razziste della società;
– considera la violenza come un modo legittimo di garantire l’«equilibrio familiare». Perciò è in continuità con il Decreto Salvini, per il quale gli stupri subiti dalle donne migranti durante il viaggio non sono più considerati ragione per concedere un permesso di soggiorno e la violenza maschile e di genere è un modo legittimo per impedire la libertà di movimento.

Rifiutare il Ddl Pillon significa opporsi all’alleanza brutale tra patriarcato, razzismo e neoliberalismo che governa questa società e vorrebbe mettere a tacere chi ogni giorno lotta contro violenza e sfruttamento.
Per questo il 10 novembre NON UNA DI MENO si mobilita in tutta Italia con la rete dei Centri antiviolenza e con la forza globale delle donne, delle e dei migranti, delle soggettività LGBTQI+ che rifiutano la violenza patriarcale e l’oppressione familiare e praticano la libertà sessuale e di movimento contro i ruoli e le gerarchie di genere

Per questo saremo in piazza:
❌ Per il ritiro immediato del Ddl Pillon
🏄‍♀ Per l’aborto libero, sicuro e gratuito!
💰 Per un reddito di autodeterminazione universale e incondizionato, senza vincoli morali e di cittadinanza, per sottrarci al ricatto quotidiano della dipendenza economica, della violenza domestica e della precarietà!
🌍 Per un permesso di soggiorno europeo incondizionato, svincolato da lavoro, reddito e matrimonio!

Verso la manifestazione nazionale del 24 novembre a Roma e verso lo sciopero femminista globale dell’8 marzo, la parola d’ordine #Nonunadimeno ! è il nostro grido di liberazione: una scintilla globale che in ogni parte del mondo accende un fuoco di insubordinazione. ✊🔥

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QUI l’appello di D.i.Re Donne in Rete contro la violenza (Rete dei centri antiviolenza) che ha promosso a livello nazionale la mobilitazione contro il Ddl Pillon: https://www.direcontrolaviolenza.it/10-novembre-1-10-100-piazze-per-fermare-il-ddl-pillon/

QUI l’appello completo di NON UNA DI MENO per il 10 novembre: https://nonunadimeno.wordpress.com/2018/11/01/10-novembre-mobilitazione-generale-contro-il-ddl-pillon/’