Il momento è cruciale. Dal primo luglio ad oggi seicento persone hanno promosso una coalizione civica per Bologna in vista delle elezioni del prossimo anno.
Il 21 settembre scorso una folta assemblea di cittadini ha approvato la proposta, avanzata in quella sede , di costituire un’associazione di scopo denominata Coalizione Civica Bologna per partecipare alle elezioni comunali del prossimo anno. L’idea dei promotori è semplice. Apprestare uno strumento in grado di accogliere tutti coloro che individualmente e a prescindere da ogni passata appartenenza politica, vogliono rimboccarsi le maniche per costruire un’alternativa al governo del PD.
Un’alternativa civica.
Un’alleanza tra cittadini per risalire dalla rassegnazione e dall’indifferenza attuale alla dimensione della politica e del governo.
Ebbene, a me pare, che quest’idea sia in pieno movimento. Ha acceso speranze, indicato una inedita prospettiva che non ha nulla in comune con le solite liste civiche. E ancor meno con le liste civetta volte a dare una mano al PD in difficoltà.
Cittadini di varia e diversa provenienza e di ogni ceto sociale vogliono inaugurare una nuova stagione per Bologna.
Discutendo insieme un progetto di governo, un’idea di città, poche e chiare linee programmatiche.
Cittadini che non accetterebbero mai e poi mai di rendersi strumento delle vecchie e fallimentari pratiche della sinistra del tempo che fu.
E ancor meno di insufflare un alito di vita nel cadavere insepolto del centrosinistra.
A questo punto , per quanto mi riguarda ogni promessa è debito.
Un debito che anche personalmente sento come un fardello di responsabilità nei confronti di quanti si sono subito impegnati in questa impresa.
Un debito che qualora non potessi saldare con coerenza, chiarezza e lealtà, mi porterebbe a ritornare a curare gli acciacchi tipici della vecchiaia non più incombente ma ormai ahimè sopraggiunta.
Lasciando ad altri l’onere di portare avanti il progetto civico.
Ovvero affossarlo con la costituzione di una bella lista arcobaleno/arlecchino. Alleanza tra mozziconi di morenti e nascenti esperienze politiche.
L’ipocrisia com’è noto non è il mio terreno d’elezione.
E dunque dirò , a tutte e tutti, che sì, ho risposto ad inviti privati , a numerosi colloqui personali (chiedo scusa a quanti non ho ancora potuto incontrare), e anche ad incontri con gruppi, più o meno organizzati, interessati alla proposta di Coalizione Civica.
Bene.
A questo punto il ghiaccio si fa sottile.
Era ed è ancora giusto, logico, necessario parlare con tutti.
Pazienti, tenaci.
Non ingenui.
Ma, cari Koalizzati , accedere alla vecchia pratica delle trattative tra gruppi, considerando la Coalizione come un soggetto politico già costituito tra vari altri, questo no.
Significherebbe negare l’idea stessa di passaggio civico.
Significherebbe solo travestirsi da “civici” per approdare rapidamente ai vecchi giochi politici.
Lo dico io che fui esperto di trattative all’epoca in cui esistevano partiti strutturati a volte persino dotati di una visione del mondo, di peculiare cultura politica, e di organizzazioni largamente rappresentative di forti interessi sociali.
Nel contenitore Coalizione Civica Bologna , giova ripeterlo, non c’è una sola parte ma tante , diverse parti, un pluralità effettiva di cittadini che nulla vogliono sapere di vetuste pratiche.
Io con loro.
Ciò non significa non considerare le ragioni, le idee e le proposte di altri, magari strutturati in gruppi omogenei.
Anche questo non sarebbe giusto e comunque non sarebbe realistico.
Ma c’è un limite invalicabile. Come è scritto sui muri delle caserme.
Per me almeno.
Mi spiego meglio.
Cosa succederebbe della Coalizione Civica se gruppi omogenei decidessero, putacaso, di far valere le proprie identità dentro la Coalizione?
Nel migliore dei casi la campagna elettorale diventerebbe un percorso di guerra interno.
Nel peggiore la Coalizione si dissolverebbe all’istante con somma soddisfazione del PD.
Dunque , riconosciute ed accolte le ragioni di tutti coloro che, singoli o gruppi, mostrano attualmente interesse per la proposta civica si tratta di fare insieme qualcosa che non s’è ancora mai visto, mai fatto.
Mischiare il sangue.
All’aperto.
Fuori dai masi chiusi.
Imbastardirsi.
Senza timore d’infettarsi reciprocamente.
Il futuro è nel meticciato.
O , non è.