L’esperienza del Galaxy ha le ore contate. Il 31 ottobre tutte le famiglie che due anni fa avevano trovato una soluzione al loro problema abitativo dovranno lasciare gli appartamenti dell’ex residence di proprietà dell’Inail.
Si tratta di 68 nuclei (altri 20 sono usciti nel corso di questi due anni dopo aver raggiunto l’autonomia) in condizione di grande fragilità economica, molti dei quali rimasti senza casa in seguito allo sgombero dell’ex Telecom. Oggi sappiamo che alcune di queste famiglie a poche ore dalla chiusura del residence non hanno ancora un posto dove andare.
Sin dal suo insediamento l’Assessore alla Casa Virginia Gieri ha dichiarato guerra alle occupazioni, ritenendo che non potessero essere in alcun modo una risposta legittima alla domanda di case di cittadini in difficoltà. La soluzione, altresì legale, sarebbe arrivata dal Comune, anzi, “un’amministrazione pubblica ha il dovere di fornirla”, ha dichiarato l’assessore più o meno testualmente.
In particolare, sul caso Galaxi ha più volte dichiarato (l’ultima in un dibattito alla Festa dell’Unità provinciale di Bologna) che tutte le famiglie ospitate al Galaxy avrebbero avuto un’adeguata proposta abitativa. Da quel momento poco più del silenzio.
Sappiamo che alcuni nuclei familiari sono usciti con i propri mezzi, sappiamo che altri sono riusciti ad avere un alloggio di edilizia pubblica, ma sappiamo anche ad altre famiglie sono state fatte proposte letteralmente indecenti come l’ostello San Sisto e appartamenti Acer privi di qualunque arredo, vale a dire inabitabili da chi non ha risorse economiche per provvedere da solo ad arredarlo.
Che si arrangino, insomma.
Ma questa Giunta, e la classe politica che la anima, non si è limitata alla negligenza, ha voluto mostrare alla città chiaramente quali fossero le priorità da perseguire: il prevalere nello scontro politico interno prima di tutto.
Infatti con l’uscita dalla Giunta di Luca Rizzo Nervo per candidarsi alla segreteria del Partito Democratico di fatto, oggi, un settore come il welfare, così centrale in questo periodo storico, non ha una guida politica, non esiste una strategia che consenta di dare risposte strutturali a problemi che, come abbiamo ripetuto più volte, sono tutt’altro che emergenziali. Una situazione così delicata per decine di famiglie senza casa, quelle del Galaxy, è del tutto demandata a un soggetto “tecnico”, l’Azienda Servizi alla Persona.
Le cronache giornalistiche delle ultime settimane hanno dato il giusto spazio a un fenomeno sempre più evidente: l’impatto della grande crescita del numero di turisti in città sulla disponibilità di appartamenti e posti letto per chi a Bologna ha scelto di venire a studiare o a lavorare. Su una situazione abitativa già molto critica da circa trent’anni è piovuta una contingenza economica, virtuosa per tanti versi, ma decisamente nefasta per chi non è attrezzato ad affrontare un mercato immobiliare privato sempre più spietato e meno regolamentato.
La nostra impressione è che mentre Sindaco e Giunta si accapigliano su congresso e post congresso, la città reale si biforca su due binari sempre più divergenti. Uno di questi, quello perdente, è senz’altro occupato da quelle famiglie che aspettano ancora di sapere dove andranno a vivere tra qualche giorno. Forse quando i riflettori si saranno spenti torneranno ad occupare una casa, provocando l’indignazione di chi non considera la casa un diritto da garantire per legge.