Le dichiarazioni del Sindaco sui lavoratori in esubero della Fiera sono un pessimo battesimo per il Merola bis. I soci pubblici si impegnino per ritirare subito la procedura mobilità.
Mentre la politica bolognese cinguetta attorno alla giunta Merola bis, un silenzio assordante, intermezzato da scarne parole di circostanza, accoglie i 123 licenziamenti annunciati in Fiera, comunicati nello stesso giorno di presentazione della giunta, ma già pronti da tempo, ben prima dell’esito elettorale. Far pagare ai lavoratori gli errori di una gestione sciagurata è inaccettabile, ed è tanto più grave se si pensa che il Comune di Bologna e la Città Metropolitana sono i soci di maggior peso dell’ente fieristico (24,16%).
Dietro il “dispiacere”, il “rammarico”, il “dolore” e la “comprensione” di alti dirigenti e azionisti si celano, assai goffamente, precise responsabilità manageriali e politiche, che coinvolgono a pieno titolo il Sindaco.
Dietro le prime, sconnesse dichiarazioni del Sindaco – “Credo sia un passaggio necessario per il rilancio della nostra fiera, ma non e’ un rilancio che passera’ sulla disoccupazione di quei lavoratori. E’ necessario che si proceda perché come in altre fiere e’ necessario procedere con le esternalizzazioni e ottimizzare il sistema fieristico” – si nasconde ancora più goffamente il processo di precarizzazione e esternalizzazione del lavoro che in campagna elettorale Merola si affannava a ripudiare sostenendo che la sua amministrazione avrebbe praticato diverse politiche del lavoro.
Il solo modo di “non abbandonare i 123 lavoratori” è l’immediato ritiro della procedura di mobilità, come presupposto necessario all’avvio di un confronto politico e sindacale.
Diversamente, questo 28 giugno 2016 resterà agli annali come il peggior modo di cominciare, sommando al dramma dei licenziamenti la beffa di averli rinviati quel tanto che bastava per tentare di non pagarne il prezzo politico.
Se i lavoratori e le lavoratrici della Fiera decideranno di intervenire alla prima seduta del Consiglio Comunale noi ci saremo per ascoltare le loro ragioni come abbiamo detto loro oggi al presidio. Diciamo fin d’ora che sarebbe inaccettabile il ripetersi della chiusura dei cancelli di Palazzo d’Accursio come avvenne per le insegnanti.
Federico Martelloni
Emily Clancy
consiglieri comunali
Gruppo Consiliare
Coalizione Civica per Bologna