Sabato pomeriggio, insieme alla Co-presidente di Coalizione Civica Marina D’Altri, ai nostri consiglieri dei Quartieri Navile, Brunella Guida, e Santo Stefano, Detjon Begaj, e a diversi nostri iscritti e iscritte siamo statə alla manifestazione “Persone contro mostri, cuori contro cemento: Bolognina resistente”, al fianco dei cittadini e delle cittadine organizzata dal comitato “Fermiamo i mostri urbani – Comitato via Calzolari e Di Paolo.”
Il tema è noto, lo attraversiamo anche in questo Consiglio da tempo, sempre con lo stesso interrogativo: come si può fermare la cementificazione incontrollata, in generale in città, a partire dal quartiere della Bolognina dove sono proliferati cantieri e nuove costruzioni.
Nello specifico i cittadini e le cittadine del comitato si stanno interessando dei due palazzi “gemelli” in costruzione da parte di imprese private in via Calzolari e in via Jacopo di Paolo.
Inizialmente si parlava di palazzi da 10 piani, ora l’Amministrazione saluta felicemente l’autoriduzione annunciata dai costruttori a sette piani, pare però che questo sia intanto a fronte di un allargamento della pianta degli edifici, e che addirittura in via Calzolari anziché un edificio da dieci piani ce ne saranno due da 7. In ogni caso, come denunciano i residenti, si tratta di costruzioni che non si inseriscono per nulla nel contesto urbano di tipiche case bolognesi di massimo tre, quattro piani.
C’è stata appunto la notizia di modifiche al progetto con un commento del presidente del Presidente del Quartiere Navile Daniele Ara che si rallegrava dell’autoriduzione del privato e asseriva una impossibilità per l’Amministrazione comunale di “interferire” con progetti privati di questo tipo se non a fronte di una volontà collaborativa del privato stesso.
Io credo che la pianificazione urbanistica di questa città non possa e non debba essere lasciata ai desiderata dei costruttori, non possiamo accettare il proliferare di edifici non compatibili con il contesto urbanistico preesistente, l’iniziativa privata va amministrata, va regolata in armonia con la storia e il volto di un quartiere.
Ma ho posto questo quesito all’Amministrazione, esprimendo varie domande, innanzitutto se l’Amministrazione stia svolgendo approfondimenti sulle eventuali problematiche di compatibilità con il contesto urbanistico per questi progetti;
se e e come l’Amministrazione intenda coinvolgere i cittadini della zona interessata ai due cantieri di via Calzolari e Jacopo di Paolo e tenerli informati degli sviluppi;
se, alla luce delle proteste sorte in questa occasione così come in altre occasioni – pensiamo al caso di via Misa – e alle richieste di approfondimento avanzate anche da questo Gruppo Consiliare, l’Amministrazione abbia la possibilità di mettere in campo una strategia complessiva di vaglio dei progetti di questo tipo.
Quindi sostanzialmente per capire se è vero che l’Amministrazione, come asserisce, non possa intervenire per regolare l’iniziativa privata o se, al contrario, esistano strumenti atti a indirizzare tali interventi.
Dunque, noi attraversiamo questo tema da dicembre scorso, ed effettivamente abbiamo avuto alcune risposte ai primi question time, quelli di dicembre e gennaio, quando erano crollati dei ponteggi in un cantiere, ma l’ultimo question time, quello a cui sto facendo riferimento, è del 12 marzo, non ho ancora ricevuto risposta nonostante da regolamento avrei dovuto riceverla entro quattro giorni.
Abbiamo chiesto diverso tempo fa un’udienza conoscitiva, ci sembrava lo strumento adatto per connettere l’amministrazione e i cittadini e le cittadine della zona, doveva essere calendarizzata il 31 marzo e poi è stata rinviata a data indefinita.
Ancora, in quartiere, al Navile, cittadini e gruppi consiliari di minoranza, tra cui Coalizione Civica, hanno chiesto la convocazione di un consiglio di quartiere aperto sul tema. Questa richiesta è datata 5 febbraio, il regolamento prevede la convocazione entro trenta giorni – abbiamo le modalità telematiche per lo svolgimento dell’incontro, quindi non esiste la scusa della pandemia – e invece ora è uscita la convocazione per il 29 aprile.
Forse l’Amministrazione condivide la posizione espressa sui giornali dalla consigliera leghista Scarano, sostanzialmente bene che il costruttore venga un po’ incontro ai residenti, ma in fondo è giusto che si costruisca in Bolognina, perché è una zona di degrado, e non si possono vessare i privati. Io penso al contrario che serva adottare una strategia complessiva di intervento sull’urbanistica in questa città, e che non si possa lasciare costruire ai privati dei veri e propri “mostri urbani”.
Attendo con ansia le risposte, la convocazione dell’udienza conoscitiva e del consiglio aperto e un vero riscontro tempestivo da parte dell’amministrazione, come da tempi regolamentari.