Per biblioteche capaci di essere un presidio socioculturale territoriale, soprattutto in periferia, occorrerebbe al loro interno un lavoro specializzato e anche militante; le cooperative, con operatrici e operatori che spesso si ritrovano un orario spezzettato nei tempi e nei luoghi e mancano di sicurezze sul futuro, non possono garantirlo.
Dopo le esternalizzazioni simboleggiate dalla vicenda della Biblioteca Lame-Malservisi, il Comune di Bologna promette ora nuove assunzioni: c’è da fidarsi di questo “ripensamento”? O piuttosto “ci troviamo di fronte non a un cambio di idea, ma ad un non avere idee, che è peggio”, perché dall’Amministrazione “ci si può aspettare un po’ di tutto”?
L’intervista di Radio Città Fujiko 103.1 fm a Lorenzo Grilli