“Sei anni fa si formava Coalizione Civica Bologna. Una confluencia, un laboratorio politico di municipalismo che aveva l’obiettivo di mettere insieme le migliori energie civiche della sinistra diffusa, mettendo davanti agli interessi particolari i bisogni della città tutta. Volevamo fare di Bologna la città meno diseguale d’Europa e scegliemmo di candidarci da indipendenti.
Da questa chiarezza dobbiamo ripartire, senza perderla mai di vista.
Lo abbiamo detto in tant* e tante volte: non c’è normalità alla quale ritornare, c’è una realtà da cambiare e oggi la necessità di portare la nostra agenda al governo della città è diventata impellente. Ma in tutti questi mesi ci siamo sempre ripetute una certezza, una stella polare: vogliamo portare la nostra agenda al governo della città, ma non a tutti i costi.
Dinanzi ad una sfida così epocale abbiamo assistito forse a uno dei peggiori dibattiti politici del decennio. Prima una guerra tra correnti del Partito Democratico, ancora incapace di vedere che cinque anni fa, senza i voti della sinistra comunque rimasta all’opposizione, avrebbe perso le elezioni. Un partito, il PD, ancora non consapevole della necessità di una vera svolta a sinistra, che punta ancora su idee di città superate dall’attualità, in cui i turismi e chi li spreme economicamente viene prima dei cittadini che avrebbero bisogno che questa ricchezza fosse ri-distribuita. Bologna, ad esempio, è la terza città più cara d’Italia per costo degli affitti. Un partito, il PD, in cui molti costruirebbero sui Prati di Caprara o sulle aree militari quando la nostra città è tra le più inquinate d’Europa. Un partito in cui se non fosse per noi si starebbe chiudendo in fretta una conferenza dei servizi sul Passante, senza riconoscere che quel progetto appartiene al secolo scorso.
Isabella Conti dice che il suo è un nome civico. Che è libera da Italia Viva, eppure è Italia Viva il partito che a suo nome vuole firmare il patto delle primarie. Dice che dipendesse da lei fermerebbe il Passante. Eppure dipende anche da lei e a differenza del Comune di Bologna non mi pare che il Comune di San Lazzaro abbia annunciato che è pronto a fermare la delibera di conformità urbanistica del progetto, come giustamente denuncia oggi da Igor Taruffi. La sua commissione tecnica ha dato il parere favorevole 11 giorni fa. Ma si sa, una cosa è governare, un’altra e fare campagna elettorale dicendo oggi una cosa e domani l’opposto.
Io diffido dal trasformismo di chi si definisce ambientalista e di sinistra mentre riceve apprezzamento ed endorsement da Casini, Galletti, Bologna Civica e che non prende le distanze dal partito di cui tutt’oggi rimane dirigente, il partito personale di Renzi.
Italia Viva ha avversato la regolamentazione di Airbnb, la legge sui rider, ha sostenuto i favori alle imprese anziché i diritti dei lavoratori.
Potremmo parlare a lungo di programmi su scala nazionale e locale (dal Jobs act, allo sblocca Italia e la cementificazione del suolo), ma anzitutto c’è una differenza nella modalità di gestione del potere e nella concezione del ruolo delle istituzioni, come si è visto nella irresponsabile crisi di governo che ha riportato Lega e Berlusconi al governo, o in alcuni enti locali come a Palermo dove IV ha addirittura proposto l’ingresso della Lega in maggioranza.
Noi il civismo lo conosciamo bene. Significa stare dalla parte dei più deboli, spesso senza una grande copertura mediatica, lavorando sul territorio a fianco di chi ogni giorno porta avanti battaglie per una città migliore per tutte e tutti, come fanno molti di voi che interverranno oggi e che ringrazio per essere qui.
Ma non siamo qui per parlare di noi. Siamo qui per parlare della nostra idea di città, un’idea che condividiamo con molte delle associazioni, movimenti e partiti che oggi sono qui. Questa giornata si chiama Idee Primarie, una risposta a delle primarie di coalizione che sono partite sbagliate, senza che prima si formasse una coalizione.
E se vogliamo che la sinistra diffusa rossoverde non sia minoritaria, dentro o fuori da ipotetiche coalizioni, oggi ci dobbiamo guardare negli occhi e decidere se insieme possiamo costruire un perimetro di confronto partecipato sulla città di oggi e del futuro, che guardi oltre la scadenza elettorale.
Perché Bologna sia la città che vogliamo dobbiamo far sì che si esca a sinistra dalla crisi ambientale e da quella socio-sanitaria. Ci sono le condizioni perché si imbocchi la strada giusta?
In questi mesi si è parlato di una mia candidatura alle primarie o come indipendente. Vi ringrazio per i tanti attestati di stima, i messaggi di chi ancora oggi mi sprona in queste direzioni o di chi mi scrive con onestà che nella polarizzazione Lepore Conti ha paura che una mia candidatura avvantaggi chi è più lontano da noi, chi ha dichiarato che fra moderati e sinistra bisogna guardare ai moderati.
Vi sveliamo un segreto: il Partito Democratico è già un partito moderato. In molti mi avete scritto che mi votereste comunque, altri che avete paura che io danneggi chi, come Matteo Lepore, pur essendo diverso, sembra interessato a una nuova idea di centrosinistra, in cui il Pd non è autosufficiente ma governa con la sinistra e il m5s.
La mia posizione è sempre la stessa: le candidature servono se allargano, se danno speranza, non se dividono o intimoriscono. A tutti coloro che mi hanno affettuosamente incalzato in un senso o nell’altro dico: che il mio nome sia o meno su una scheda elettorale, sappiate che sempre e per sempre dalla stessa parte mi e ci troverete.
Oggi esporremo alcune idee primarie per la nostra città, altre vorremmo trovarle insieme a voi e a chi si avvicinerà a questo cantiere.
Parleremo di cose concrete: anticipo una richiesta, perché è tra i punti caldi del dibattito per le prossime amministrative e voglio sapere se la condividete. Anni fa ci fu un processo di partecipazione sul Passante monco, che portò a un’opera il cui progetto abbiamo sempre contrastato.
Recentemente il nostro Consiglio Comunale sta discutendo delle assemblee sul clima, grazie ai movimenti ambientalisti. Se davvero si vuole rendere quest’opera il simbolo della transizione ecologica, partiamo da lì.
Come si fa in Francia. Partiamo da una grande assemblea sul clima in cui non si discute di scelte di poco conto, ma di un’infrastruttura da 2 miliardi che viene definita importante per tutto il paese.
Chiamiamo Autostrade, il Ministro Giovannini, regione e comune, ma anche esperti, ambientalisti, associazioni. Rimarginiamo la ferita cittadina e riportiamo la discussione al presente e al futuro.
Abbiamo in programma laboratori aperti, seminari, iniziative e consultazioni online. Serve che di scelte così serie discuta tutta la città. E sono idee troppo importante per anteporvi una sfida che sembra oggi tutta giocata sui profili personali.
L’abbiamo detto tante volte: siamo pronti alla sfida di governo. Ma solo se si governa a sinistra e se ridistribuiamo la capacità di incidere nelle scelte del futuro della città fra tutte le persone che in città sognano la città meno diseguale d’Europa.
Questa assemblea, a prescindere dalla decisione che prenderemo, serve a comprendere innanzitutto se siamo tutti d’accordo sulle lotte che portiamo avanti e se siamo pronti a farle insieme.
Da quello che ci diremo oggi dipendono le scelte successive: buona discussione e buon lavoro a tutte e tutti noi”.