Dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale dell’ordine del giorno, voluto fortemente da Coalizione Civica, per chiedere la sospensione del decreto legge Salvini in materia di immigrazione e sicurezza, abbiamo interpellato il Sindaco con una lettera aperta perché si apra un confronto che coinvolga Amministrazione Comunale e Metropolitana, ANCI, ASP Città di Bologna, Prefettura e Rappresentanza regionale del Sistema Centrale Sprar al fine di coniugare la volontà politica espressa dal Consiglio Comunale con la gestione tecnico-operativa di questa delicata fase.
Ci auguriamo che molte altre città dopo Torino, Bologna, Bergamo, Padova, scelgano di esprimersi con mozioni e ordini del giorno. Sappiamo però come, troppo spesso, le azioni consiliari rischino di rimanere sulla carta. E invece abbiamo bisogno, subito, di azioni concrete. Abbiamo bisogno di un piano e di un confronto pubblico sulle azioni che l’Amministrazione Comunale intende mettere in campo per contrastare le conseguenze dell’attuazione del Decreto Legge 113/2018, già in vigore nelle more della sua conversione in legge attesa a giorni.
Il decreto in oggetto rischia di vanificare un progetto che l’Amministrazione ha perseguito con convinzione e sforzo.
È urgente perciò adoperarsi al fine di difendere tale articolato quanto rodato sistema di servizi, definendo quanto prima come gestire l’impatto della legge, nell’interesse della città di Bologna.
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Bologna, 5 novembre 2018
Al signor Sindaco di Bologna e della Città Metropolitana
Virginio Merola
All’Assessore alla sanità e al welfare del Comune di Bologna
Giuliano Barigazzi
Alla Consigliera della Città Metropolitana di Bologna
Delegata allo sviluppo sociale
Elisabetta Scalambra
Gentile Sindaco, gentile Assessore, gentilissima Consigliera,
il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato da pochi giorni un ordine del giorno, voluto fortemente anche da Coalizione Civica, per chiedere la sospensione del decreto legge Salvini in materia di immigrazione e sicurezza. Ci auguriamo che molte altre città dopo Torino, Bologna, Bergamo, Padova, assumano questa iniziativa.
Sappiamo però come, troppo spesso, le azioni consiliari rischino di rimanere sulla carta.
E invece abbiamo bisogno, subito, di azioni concrete. Abbiamo bisogno di un piano e di un confronto pubblico sulle azioni che l’Amministrazione Comunale intende mettere in campo per contrastare le conseguenze dell’attuazione del Decreto Legge 113/2018, già in vigore nelle more della sua conversione in legge attesa a giorni.
Il decreto prevede lo smantellamento del sistema pubblico d’accoglienza e la destrutturazione dello SPRAR, attraverso la drastica riduzione delle categorie dei soggetti beneficiari, l’abolizione della protezione umanitaria, il taglio dei fondi finalizzati agli interventi per l’integrazione dei richiedenti protezione internazionale, l’aumento del numero di persone straniere esposte alla condizione di irregolarità prima e dopo l’audizione presso la Commissione Territoriale, la perdita di diritti essenziali come quello all’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, l’incertezza del diritto all’assistenza sanitaria per le nuove tipologie di titolari di protezioni speciali, sono solo alcune delle previsioni di legge già in vigore.
Tutte queste misure escludono di fatto gli enti locali, che finora si sono fatti carico della gestione, costruendo proficue collaborazioni con gli altri attori del territorio, come gli enti gestori che hanno dato vita a esperienze di integrazione di successo.
L’aumento dell’emarginazione e dell’irregolarità che questo decreto implica avrà ricadute drammatiche non solo per le persone direttamente beneficiarie dei servizi d’accoglienza e/o impiegate nel settore (vista la pesante contrazione dei posti di lavoro), ma anche per i sistemi di welfare locali che si troveranno a dover sostenere costi senza precedenti, in termini di aumento del disagio e della pressione sociale.
Si assisterà difatti ad un aumento considerevole delle persone in situazione di vulnerabilità sociale sociale ed economica, private di tutele sanitarie e di misure di accoglienza, che si ritroveranno esposte al rischio di marginalità, di sfruttamento lavorativo, nonché al ricatto delle reti della criminalità e della tratta, con le evidenti conseguenze per la città sull’insieme dei suoi spazi, dei suoi servizi e dei suoi cittadini.
A seguito delle numerose mobilitazioni e delle forti preoccupazioni espresse da molteplici attori del settore del territorio e dell’approvazione del suddetto odg che impegna il Sindaco e la Giunta a chiedere la sospensione transitoria degli effetti dell’applicazione del decreto, siamo a sottolineare come un confronto tra Amministrazione Comunale, ANCI, ASP, Prefettura e rappresentanza regionale del Sistema Centrale sia attualmente necessario al fine di coniugare la volontà politica con la gestione tecnico-operativa.
Non si può infatti prescindere dal fatto che l’accoglienza diffusa e il potenziamento dello SPRAR metropolitano siano stati finora riconosciuti quali fiore all’occhiello del Comune di Bologna.
Nel 2017 l’attuale Giunta ha preso l’impegno di convertire il sistema dell’accoglienza emergenziale dei CAS nel sistema ordinario dello SPRAR, sistema unico di protezione basato sulla territorialità e sull’integrazione dei servizi socio-assistenziali gestiti dai soggetti pubblici preposti, candidando Bologna ad essere la città dove per la prima volta dal 2002 si dimostrava possibile la normalizzazione del sistema nazionale di protezione e accoglienza contro la sindrome dell’emergenza permanente che per decenni ha minato gli interventi in questo settore.
Un progetto che le Amministrazioni Comunale e Metropolitana hanno perseguito con convinzione e sforzo e che ora subisce la minaccia di un decreto che ne mina le basi. È necessario perciò adoperarsi al fine di difendere tale articolato quanto rodato sistema di servizi, definendo quanto prima come gestire l’impatto della legge, nell’interesse della città di Bologna.
E’ necessario inoltre prestare attenzione alla speculazione politica che cavalcherà la situazione di disagio di molte persone; possiamo con facilità immaginare la spirale innescata dalle campagne pubbliche dei partiti e delle organizzazioni che fomentano la paura e l’intolleranza, aumentano la percezione dell’insicurezza per poi strumentalizzarla con retoriche xenofobe alla base di nuove fratture e conflittualità sociali.
Alla luce di quanto illustrato, riteniamo pericoloso da parte dell’Amministrazione indugiare nel silenzio. Ci rivolgiamo agli Assessori di riferimento e al Sindaco per sollecitare un riscontro sulle misure che intendono mettere in atto contro gli effetti del decreto legge nel breve periodo, certi che, nelle settimane successive alla divulgazione della prima bozza e al seguente nulla osta del Presidente del Repubblica, abbiano lavorato ad un piano sia per contrastare la conversione in legge che per gestire l’impatto locale della sua entrata in vigore.
Rimaniamo in attesa di un pronto riscontro da parte dell’amministrazione e di un confronto che coinvolga i principali portatori di interesse.
Marina D’Altri
Gianmarco De Pieri
Co-presidenti di Coalizione Civica per Bologna