Le elezioni del 25 settembre si avvicinano.

Come forza municipalista abbiamo provato immediatamente, in seguito alla caduta del governo Draghi di cui certamente non ci sentiamo orfanə, ad avanzare una proposta che mettesse al centro del dibattito politico la transizione ecologica e un’agenda sociale sulla quale ritenevamo potessero convergere, in un’unica coalizione elettorale, le forze progressiste ed ecologiste di questo paese.

Ci sbagliavamo. Il salario minimo, la lotta alla precarietà e al lavoro povero, il reddito di cittadinanza come sostegno fondamentale alla fragilità sociale ed economica, la giustizia sociale ed ambientale, l’enorme sfida del contrasto alla crisi climatica ed ecologica, il rilancio delle rinnovabili come unica via verso l’autonomia energetica e la riduzione delle bollette, la difesa e valorizzazione delle differenze, l’allargamento e la difesa dei diritti civili e dell’autodeterminazione delle persone, la centralità dei valori della pace e della resistenza contro ogni forma di pretesa imperialista (con la guerra in Ucraina ormai scomparsa dal dibattito pubblico), così come nostre battaglie storiche quali il contrasto ad ogni autonomia differenziata e per la scuola e la sanità pubbliche, non sono purtroppo le parole d’ordine di un fronte come quello che avevamo proposto e che avrebbe potuto competere credibilmente con la destra. Una destra nazionalista, razzista, retrograda sui diritti civili e sociali, inadeguata sui temi ambientali. Una destra che dal punto di vista economico già sogna riforme in grado di dare ancora più potere a chi calpesta la dignità di chi lavora, più libertà a chi si arricchisce enormemente speculando e sempre meno possibilità per chi già soffre (come vediamo a causa dell’inflazione e dell’impennata dei prezzi dell’energia), mentre sul fronte dei diritti si prepara a cancellare i pochi passi avanti fatti in questi anni, se non addirittura conquiste storiche, e a giustificare discriminazioni e violenze, stigmatizzandole solo quando lo ritiene utile alla propria narrazione.

Sentiamo comunque il bisogno di non rimanere a guardare, ma di iniziare ad organizzarci, partendo innanzitutto dal confronto tra noi.

Per questo abbiamo convocato un’assemblea aperta ad iscrittə e simpatizzanti, per ragionare sui prossimi passi.

Consapevoli che da parte nostra continuare a costruire sul territorio un’alternativa che sappia dare risposte concrete alle persone sia il modo migliore per contrastare quella che probabilmente sarà la compagine di governo più a destra della nostra Repubblica, ragioneremo sulle iniziative da mettere in campo per rilanciare la nostra azione a Bologna e nella città metropolitana. Altrettanto coscienti però dell’insufficienza dell’azione locale in questa fase che si preannuncia tutt’altro che semplice, abbiamo invitato all’assemblea altre liste civiche e municipaliste con cui abbiamo dialogato in questi anni, per provare a definire, sulla base dell’agenda sociale di cui parlavamo, istanze comuni che dal livello locale possano trovare ascolto nelle mobilitazioni nazionali e nelle iniziative parlamentari.

Lo scopo di questa assemblea non consiste nel definire un posizionamento di Coalizione Civica all’interno della campagna elettorale nazionale, perché come sappiamo la nostra comunità è composta da diverse anime: continueremo a lottare per le istanze che ci caratterizzano, ognunə nei modi che ritiene più appropriati. Piuttosto vorremmo che questa assemblea rappresentasse uno spazio di confronto in cui ascoltare le idee di iscrittə e simpatizzanti rispetto alla fase politica attuale e ai possibili sviluppi futuri, così come le prospettive delle liste municipaliste di altre città, per immaginare insieme come portare avanti la nostra azione politica prima e dopo il 25 settembre.

L’appuntamento è per il 14 settembre, alle ore 20, in modalità online.
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