Consumo di stupefacenti e politiche pubbliche:
TUTTO QUELLO CHE VOGLIAMO SAPERE DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE…E OSIAMO CHIEDERE

Abbiamo invitato all’incontro del 20 Aprile “Quali strategie di intervento sulle dipendenze? “, con più di un mese di anticipo, l’Assessore alla sanità e al welfare del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo che ha però celermente declinato l’invito.
Avremmo voluto confrontarci anche con lui su alcuni temi molto importanti e che sono stati anche al centro del dibattito pubblico cittadino.
Per noi sono temi che vanno affrontati pubblicamente e non privatizzati nelle segrete stanze della politica, soprattutto quando riguardano la salute dei più deboli.
Per questo motivo rendiamo da oggi pubbliche, un po’ alla volta, alcune riflessioni e domande che avremmo voluto fare durante l’incontro.
Confidiamo in risposte altrettanto puntuali, che consentano alla città intera di prendere parola su argomenti che hanno a che vedere con la vita delle persone e talvolta, purtroppo, anche con la loro morte.

Eccole:

  1. Secondo l’ultimo rapporto al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, alla provincia di Bologna spetta il primato della mortalità per droghe in Italia. A Bologna nel corso del 2015 vi sono stati più decessi per overdose che a Milano, Roma, Torino e Napoli, città con una popolazione di gran lunga superiore. Questo configura per la nostra città tassi di mortalità per stupefacenti che non hanno pari né in Italia né nell’Unione Europea. Qual è la consapevolezza della situazione da parte di questa Amministrazione?
  2. L’assessore Rizzo-Nervo ha pubblicamente dichiarato che questa amministrazione intende ‘cambiare strada’, adottando strategie più efficaci ed alternative alla riduzione del danno. Potrebbe spiegarci meglio quali sono queste strategie e l’elaborazione teorico-scientifica di riferimento e gli strumenti di valutazione dell’efficacia di tali strategie?
  3. La città di Bologna continua ad essere un polo di attrazione per i consumatori di stupefacenti malgrado la chiusura di molti servizi di prossimità ed a bassa soglia di accesso ed il depotenziamento di quelli rimasti. Questo dimostra che ad attrarre queste persone a Bologna non sono i servizi, ma altri fattori come il mercato illegale, la posizione geografica. Chiediamo di sapere se, secondo questa amministrazione, la città deve tutelare l’incolumità e la salute di queste persone e con quali metodi.
  4. E’ possibile conoscere le motivazioni che hanno portato alla chiusura del drop-in, del centro diurno, dell’esperienza dei container di via dell’Industria ed avere la documentazione relativa a queste scelte ed in particolar modo la valutazione tecnico-scientifica.
  5. A quanto ci risulta, la strategia precedentemente attuata era basata sull’intercettazione precoce delle persone con problemi di dipendenza e con il loro invio a servizi di cura. Questo aveva ridotto drasticamente il numero dei decessi, il disturbo ai cittadini e aveva consentito di far rientrare moltissimi ai luoghi di provenienza. Chiediamo di sapere quali siano allo stato attuale le strategie poste in essere per agganciare queste persone.
  6. Chiediamo di conoscere il dettaglio dell’attività dell’Unità di Strada ed in particolar modo i luoghi in cui viene effettuato il lavoro di strada. Chiediamo anche di sapere se corrisponde al vero che le modalità di contatto prevedono l’identificazione della persona da parte degli operatori e/o se viene tutelato il diritto all’anonimato per la persona che si rivolge ai servizi.
  7.  L’Assessore Rizzo Nervo ha dichiarato che vi sarebbe un progetto per il nuovo assetto dei servizi di bassa soglia della città, fatto assieme all’Azienda USL. Chiediamo di avere in tempi brevi lumi sul progetto.