La biblioteca Lame-Malservisi è un piccolo avamposto di socialità e di cultura nella periferia Nord di Bologna, in una zona che di opportunità come questa è davvero carente.
Singoli cittadini ed associazioni qui trovano la loro base di incontro, di lavoro e di coesione sociale. Qui si svolgono ritrovi culturali. Qui sono conservati i materiali del Canzoniere delle Lame. E qui si fa anche prestito libri, come è ovvio che sia. E’ un luogo caro al cuore degli abitanti.
Alla fine dello scorso anno, come per caso, durante una commissione scuola, trapelò l’informazione che un bando per l’esternalizzazione della Biblioteca Lame-Malservisi era già in atto. Nessuno ne sapeva niente, non il Consiglio di Quartiere Navile, non il Consiglio Comunale, che quella decisione avrebbero dovuto almeno discutere prima che venisse attuata.
Il bando prevedeva una “sperimentazione” della quale non si chiarivano né i termini né i motivi. Così come non veniva data alcuna motivazione rispetto al perchè fosse stata scelta quella biblioteca in particolare. Brunella Guida, Consigliera di Quartiere al Navile, si è immediatamente attivata, ha presentato un’istanza al Quartiere e si è messa in contatto sia con il personale sia con i frequentatori della biblioteca. Il progetto è stato letto subito come l’inizio di un percorso inesorabilmente rivolto alla privatizzazione dei servizi bibliotecari e forse non solo.
Abbiamo quindi proceduto su due versanti paralleli: da un lato abbiamo verificato la legittimità del bando e del suo iter, dall’altro abbiamo effettuato un percorso che coinvolgesse cittadine e cittadini, ma anche associazioni e gruppi di aggregazione spontanea.
Già ai primi di febbraio si è formato il comitato “LAMEglio Biblioteca”; sostenuto dall’attività del gruppo di Coalizione Civica, ha preso forza e vigore fino ad arrivare agli attuali 120 iscritti. I contatti con i rappresentanti delle istituzioni si sono dimostrati labili, segnati da risposte risibili e contraddittorie: la biblioteca è stata scelta perchè risultava che i prestiti di libri erano pochi (senza la benchè minima considerazione per il lavoro di tessitura socio-culturale effettuatovi), una legge prevede la sostituzione di tutto il personale per poter risparmiare sull’IVA (legge fantomatica, tranquillamente disapplicata in altre località), la direttrice della biblioteca sarà comunque confermata (in realtà il piano è di trasferirla ad altra biblioteca con l’ulteriore onere di seguire anche la Lame-Malservisi), la sperimentazione sarà fatta con percorso partecipato (ma ormai il bando è già stato aggiudicato) E, soprattutto, l’esternalizzazione aumenterà le ore di apertura, cosa assolutamente smentita da un’attenta lettura del bando stesso.
Il 7 febbraio, allo scadere del bando, Coalizione Civica ha convocato la prima conferenza stampa sull’argomento. Ha spiegato le violazioni e le contraddizioni del procedimento ed annunciato la consegna al Comune di un’istanza di autotutela per invitarlo a sospendere il bando. Il 4 marzo il Comitato ha organizzato l’abbraccio alla biblioteca, una catena umana che circonda l’edificio con la propria presenza ed il proprio calore. A fine marzo il Comitato decide di convogliare le azioni spontanee in una raccolta firme; la petizione riafferma la Biblioteca Lame-Malservisi come bene pubblico e la propone come BiblioFutura, un presidio culturale continuativo con forte connotazione pubblica. Naturalmente non può mancare la richiesta all’Amministrazione di rinunciare al suo progetto di esternalizzazione completa. La petizione raccoglie 1.300 firme e viene consegnata in Comune il 5 giugno; subito dopo la prof. Miriam Ridolfi ne illustra le finalità in conferenza stampa a nome del Comitato.
Si attendono sviluppi.