Riceviamo e diffondiamo in solidarietà il comunicato con cui i nostri colleghi consiglieri di CIVICAMENTE SAMOGGIA – insieme a tutte le altre forze d’opposizione – hanno scelto di autosospendersi come consiglieri e consigliere.
Quando una forza politica arriva ad autosospendersi perché non le viene data l’opportunità di incidere nelle questioni del proprio territorio significa che un filo si è rotto, che si è spezzato il meccanismo della democrazia rappresentativa.
Quando l’attività istituzionale delle opposizioni viene di fatto delegittimata e boicottata viene meno il senso stesso delle istituzioni, prive di contraddittorio e di dialettica. Le istituzioni devono essere al servizio dei cittadini, non di un partito che (le) governa.
È per questo che diamo solidarietà a Civicamente Samoggia che, seppur con una scelta dolorosa, ci fa notare come ancora i processi partecipati dal basso verso l’alto possano essere la soluzione a una politica che si chiude nel palazzo e non si rapporta più con le istanze del proprio territorio.
I consiglieri e le consigliere di Coalizione Civica per Bologna
Questo il Comunicato letto in Conferenza Stampa del 20/05 da CIVICAMENTE SAMOGGIA e tutte le forze di opposizione:
Grazie a tutti per essere qui. Vi abbiamo chiesto di esserci per ascoltarci e poi raccontare ciò che significa “silenzio istituzionale da parte delle opposizioni in Valsamoggia” e le motivazioni per cui porteremo avanti questa azione. Un’azione alla quale non saremmo voluti mai arrivare – è stata una decisione molto sofferta e siamo i primi a esserne rammaricati- ma ormai l’unica per provare a far luce su come funziona il far politica nel nostro Comune.
Proprio ieri, scorrendo la pagina di FB, ho letto una frase di Anna Falcone, avvocata in cassazione esperta in diritto amministrativo e costituzionale: Il voto è utile solo se ti rappresenta. Punto. #indemocraziasifacosì. E in effetti sta tutto in questo breve concetto, perché in Valsamoggia è questo che succede: non viene data la possibilità alle opposizioni di rappresentare i propri elettori, provocando un buco rappresentativo che inevitabilmente mina la struttura democratica.
Durante il Consiglio comunale di giovedì scorso abbiamo letto un comunicato (pubblicato ieri tra gli altri da Ilmanifestobologna.it), prima di andare a sederci tra il pubblico e poi uscire una volta conclusa la discussione. Nel comunicato abbiamo spiegato come, oltre ai limiti al poter fare politica che fisiologicamente nascono in un Comune fuso (es. della benzina nei serbatoi degli scuolabus), ci sono anche impedimenti voluti e decisi.
Abbiamo raccontato come da noi la discussione diviene il momento utile semplicemente a distruggere le posizioni diverse e chi le incarna.
Abbiamo citato l’episodio della bagarre di qualche settimana fa durante la votazione del bilancio, in cui si è di fatto delegittimato e deriso l’intervento delle minoranze.
Abbiamo raccontato delle diverse richieste di fare in modo che il Consiglio comunale fosse, com’era sempre stato fino a qualche mese fa, in orari che non impedissero a certi consiglieri di partecipare per motivi di lavoro, richieste sempre disattese.
Abbiamo raccontato di nostre proposte bocciate, seppur condivise. Dello spazio ridicolo lasciato alle minoranze nel periodico comunale. Dell’inesistenza di veri e propri percorsi partecipati.
Abbiamo raccontato che quando le minoranze si sono dimesse in massa dai Consigli di Municipio ci era stato detto “proprio ora che stavamo preparando il regolamento sui Consigli di Municipio!”, ma che a un anno e mezzo ancora niente è stato fatto.
E credo che ciò che può aiutarmi meglio a raccontarvi ciò che sta succedendo in Valsamoggia siano le risposte che hanno dato dopo la lettura del comunicato.
Il Presidente del Consiglio, e tutti coloro che sono intervenuti successivamente, hanno lamentato di aver appreso dell’intenzione di autosospenderci il giorno stesso, per mezzo della stampa. Bugia. Il comunicato che abbiamo letto era stato inviato alla segreteria del Sindaco quasi un mese prima. Durante questo mese non siamo mai stati contattati, nessuno ci ha chiesto di mediare, palesando ancora una volta la non volontà di un dialogo.
La presidente della commissione urbanistica ha affermato che abbiamo sempre lamentato “a mo’ di scusa, il poco tempo con cui ricevevamo il materiale e la sua pesantezza“. Beh, di fatto scusa non è, perché ricevere faldoni di centinaia di pagine tre giorni prima delle commissioni, di fatto, sega sul nascere qualsiasi possibilità di portare un contributo costruttivo alla discussione. Ha poi anche aggiunto che il poco tempo e la pesantezza del materiale valgono anche per lei, il che ci ha preoccupato molto, visto che se lavorano nelle nostre stesse condizioni significa che di fatto votano senza cognizione di causa! Ma voglio sperare che non sia realmente così.
L’intervento del consigliere del PD che è seguito ha dato il primo sentore di ciò ch poi sarebbe stato confermato intervento dopo intervento: non avrebbero fatto la benché minima autocritica, né avrebbero promesso la benché minima inversione di rotta: vi invito a rientrare nei Consigli comunali, nonostante quello che CONTINUATE A SENTIRE VOI, cioè il non recepimento delle vostre idee, come se si trattasse solo di una nostra percezione.
Ha anche affermato le assemblee che avete in programma sembrano un tentativo di parlare con la gente senza contraddittorio. No, le nostre assemblee saranno un tentativo di riempire una carenza di rappresentanza e quindi un buco democratico.
È toccato poi al capogruppo del PD, che ha affermato siete sempre contro, senza entrare quasi mai nel merito delle discussioni. In realtà, Civicamente Samoggia e il Movimento 5 stelle durante i 41 consigli comunali che si erano riuniti fino ad allora hanno presentato: 35 odg, 13 interrogazioni, 21 mozioni e 38 interpellanze (dati aggiornati a febbraio 2017). Che vanno sommate alle moltissime proposte e richieste di emendamenti fatti nelle varie commissioni.
Ha poi continuato dicendo nella commissione bilancio non è emersa una proposta che sia una. In realtà le proposte c’erano state, e pure molte, salvo poi sentirci rispondere a più riprese che non rientravano nel nostro ruolo di opposizione, e che in quanto tale dovevamo solo controllare e fare polemica (citazione testuale). Dichiarazione che va a braccetto con quella del Sindaco durante un’altra occasione: avete preso un terzo dei nostri voti, che invece abbiamo vinto, quindi comandiamo.
Ha detto anche in un Comune grande e nuovo come il nostro è ovvio che tante cose le si debba fare in fretta, che richiama molto quando, alla nostra proposta di un bilancio partecipato, ci aveva risposto ma non c’è il tempo materiale per fare un bilancio partecipato! Fanno tutto loro. Possiamo solamente fidarci.
Da noi di democrazia ce n’è in abbondanza, quindi troppa?
Democrazia è fatica, significa anche non venire a discutere con quelle due o tre idee dell’ultimo minuto, alla faccia del rispetto per i consiglieri.
È intervenuta poi un’altra consigliera del PD, che ha invocato un ravvedimento delle opposizioni, aggiungendo che l’atteggiamento pretestuoso solito delle opposizioni non giova nemmeno alla maggioranza in quanto quasi fisiologicamente produce un comportamento di reazione, che può causare anche dei corto circuiti.
Infine il Sindaco.
Se le leggi dell’ordine democratico sono state infrante ci avreste dovuto denunciare, non avreste dovuto organizzare una conferenza stampa. A parte che, come scritto, Sindaco e maggioranza conoscevano le volontà di autosospensione della maggioranza, eppure non hanno fatto nulla per mediare, a parte il fatto che il nostro malessere e l’incapacità a poter svolgere il nostro ruolo è stata manifestata quasi ad ogni Consiglio, a parte il fatto che cause del genere vanno avanti per molto, troppo tempo, ma poi più avanti dirà che il luogo giusto per parlarne non sono le sale stampa. Ma quindi secondo lui lo sono le questure?
Parlare di capovolgimento di ogni regola democratica fa pensare a luoghi del passato, ma anche del presente, in cui questo succede veramente. Ricevere il materiale di discussione di centinaia di pagine a soli 3 giorni dalla commissione, non coinvolgere nessuno nella progettualità degli investimenti, vuol dire tagliare fuori le opposizioni, non serve mandare in galera gli oppositori per lavorare democraticamente.
Gli strumenti democratici in cui discutere sono i Consigli [dove tutto è già stato deciso in commissione], le commissioni [dove “fare proposte non è il nostro compito” cit. Baldini], le assemblee pubbliche [dove si presentano sempre con progetti già decisi, vedi il rifacimento delle piazze].
Abbiamo fatto persino riunioni per singoli comparti urbanistici: alla faccia della non partecipazione! [come quella in via Carnevali, per esempio, dove la gente si era organizzata da sé, allarmata dalla deforestazione senza criterio che avrebbe coinvolto il parco Bellreguard dal giorno alla notte, senza che gli abitanti ne fossero stati informati prima]
Non abbiamo mai portato una polemica nei confronti delle opposizioni [a parte quando avevano annunciato di querelarci per la nostra richiesta di dimissioni per l’assenteista ass. Messina; a parte quando ci hanno dato degli “sciacalli” per aver avanzato proposte per una migliore gestione dell’emergenza neve; a parte quando ci hanno dato degli “cioccapiatti” etc etc]
Io ho sempre rispettato i consiglieri: do loro del lei! salvo poi mimare di sbattere la testa contro il tavolo e ridere, come anche diversi assessori, durante i nostri interventi, o sentirsi rispondere, quando lo chiami per nome, “non sono Daniele, sono il Sindaco!”.
Ho sempre fatto in modo che le regole del Consiglio fossero rispettate [come quella volta il Consiglio di municipio di Savigno ha votato il parere al bilancio comunale senza il numero legale di votanti; o come le decine di volte in cui membri della maggioranza hanno fatto nuovi interventi dopo che aver raggiunto il numero massimo di interventi disponibili]
Affrontate i Consigli comunali come fossero bar o talk televisivi.
Nella mia breve esperienza più livelli amministrativi non sono certo mancati i toni accesi e qualche polemica, ma mai si era giunti a decisioni estreme come quella di oggi [questo fa pensare e dovrebbe indurre la maggioranza quantomeno ad interrogarsi sul clima che si è creato, con umiltà e spirito propositivo] Cosa che, quasi sicuramente, non farà.
Infine ha concluso dicendo la democrazia c’è perché qui si può dire e fare quello che si vuole. E ci mancherebbe! Ma non è questo che significa democrazia. Il verbo appartenere ha sostituito il verbo emanare, contenuto nell’iniziale Progetto di Costituzione nell’art. 1 (“la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”). I Padri costituenti avevano così precisato che il potere dei cittadini e delle minoranze non si esaurisce nel momento del voto, delegando la sovranità ai rappresentanti. Il potere del popolo rimane, e questo lo deve esercitare continuamente, dopo essere stato ovviamente messo nelle condizioni di poterlo fare. Qui mancano le condizioni anche per le opposizioni per poterlo fare!
Il movimento di consenso e legittimazione dal basso dev’essere costante, e l’eventuale critica deve condizionare sempre l’azione politica di chi rappresenta un popolo veramente sovrano tutti i giorni, non solo al momento del voto per poi mantenere le diseguaglianze di condizioni e potenzialità che limitano il rendersi protagonisti del processo democratico. Questa è l’essenza della democrazia. Un popolo silenzioso per tutta la durata della legislatura, e un’opposizione che non viene messa nelle condizioni di poter rappresentare i propri elettori, appartiene alla cornice definita democrazia d’investitura, avendo voce solamente nel momento di delega delle proprie responsabilità e delle proprie intenzioni.
Durante le prossime settimane Civicamente Samoggia, il Movimento 5 Stelle e Forza Italia adotteranno un silenzio istituzionale, non partecipando alle riunioni istituzionali quali i Consigli comunali e delle unioni e le commissioni consiliari, per un certo periodo. In alternativa le stesse Forze politiche indiranno assemblee in cui inviteranno la popolazione per discutere alcuni argomenti trattati dalla maggioranza nei Consigli comunali, ma, soprattutto, per affrontare temi importanti per i cittadini, riguardanti il nostro territorio, la nostra salute, e la sicurezza nei luoghi in cui viviamo. L’obiettivo di queste scelta è denunciare e dimostrare con forza il disagio e la contrarietà che viviamo per l’impossibilità di fare politica nelle istituzioni e nella città, la mancanza del confronto, del dialogo, dell’elaborazione e della ricerca come condizione imprescindibile di ogni democrazia che sia realmente rappresentativa. Le opposizioni di Valsamoggia fanno appello a tutte le forze politiche, a tutti i movimenti di sinistra, di centro, di destra, civici o altro, perché si individui uno spazio, un luogo per fronteggiare questo affronto democratico, per rianimare la politica accettando il dialogo, il confronto e il dibattito. Abbiamo tutti la responsabilità di non permettere che la politica sia delegittimata in questo modo.