Lunedì in #ConsiglioComunale si è votata la delibera per conferire la cittadinanza onoraria a Sinisa Mihajlović.
Come Coalizione Civica Bologna, insieme ad Amelia Frascaroli e Dora Palumbo, abbiamo scelto di non votare a favore di questa delibera.
Qui le considerazioni della Consigliera Emily Marion Clancy espresse in aula per motivare il nostro voto contrario.
“Sovente di parla dei tumori attraverso l’utilizzo di metafore di guerra, o ancora ritraendo le persone malate come figure eroiche o al contrario come vittime.
Ci sono persone malate che scelgono di affrontare la malattia come una battaglia e di descriverla in questo modo. Lo so, conosco stanze d’ospedale che si sono riempite dell’aria Nessun Dorma “all’alba vincerò…”.
Ma non credo sia l’immaginario giusto.
E possono sceglierlo le persone malate per descrivere la loro condizione, ma noi dobbiamo ricordarci di astenerci dal fare lo stesso.
Perché chi di noi non ha avuto un parente o un amico stretto che la battaglia non l’ha vinta, nonostante non avesse mai smesso di lottare.
O non ha letto di personaggi celebri descritti in questo modo circa l’ultima fatica della loro vita: «Addio a Nadia Toffa, la guerriera con il sorriso. A 40 anni perde battaglia col cancro» scrissero l’estate scorsa.
Non ci sono vittoriosi né vinti nella malattia. Perché non può esserci colpevolezza o inadeguatezza nel descrivere chi non è sopravvissuto alla malattia, nessuno di loro è un o una perdente. Non ci sono modi giusti o sbagliati di affrontarla.
Io esprimo solidarietà a Sinisa Mihajlović per il percorso che ha affrontato e sta affrontando con forza e dignità. Lo ringrazio per aver avuto il coraggio di parlare anche di paura, specie in un contesto come quello sportivo. Ma questa delibera, nonostante ci sia stato un invito in questo senso, non è un’onorificenza dedicata a chi affronta la malattia, ma a Sinisa Mihajlović come esempio “di essere umano, prima ancora che come sportivo o allenatore”.
Non ho ricevuto risposto circa alcune domande circa l’essere umano Sinisa. Non certo perché si sia espresso per l’una o per l’altra parte politica alle elezioni. Viva la libertà di espressione del proprio orientamento politico, protetta dalla nostra Costituzione, sia mai.
Ho chiesto semplici chiarimenti su frasi estremamente razziste espresse in passato in campo, come “fucking black monkey” a un giocatore dalla pelle nera. Sul sostegno a chi è stato a capo delle Tigri di Arkan, incriminato per genocidio e atti di pulizia etnica, per l’uccisione di decine di migliaia di vite umane.
Siamo esseri umani, ci ammaliamo, la malattia fa parte della vita e (per fortuna) non cancella quello che siamo, siamo stati e saremo nel bene e nel male. Non ho ricevuto chiarimenti a dubbi posti con garbo, senza nulla togliere alla persona di Mihajlović.
Sono vicina a lui e coloro che vivono una malattia implacabile come il tumore. Sono contenta del suo rapporto con la città di Bologna, della sua carriera sportiva, del fatto che per molti sia esempio di forza, di come abbia scelto di curarsi nella nostra sanità pubblica.
Non voterò però questa delibera per conferirgli la cittadinanza onoraria, nonostante sarebbe certamente più facile farlo, maggiormente gradito ai tifosi e a gran parte della cittadinanza, perché credo che ciò che rende unica o rara o preziosa l’esperienza di Mihajlović non sia la maniera in cui affronta la malattia, ma il fatto che sia un ottimo allenatore del Bologna. Pertanto non mi sento di votare questa delibera, e credo che anche Sinisa potrebbe comprendere le mie ragioni”.