Secondo il Sindaco Merola, “Domenica 5 giugno non si vota semplicemente il prossimo sindaco. Domenica 5 giugno sarà un referendum sul futuro di Bologna”. Ma forse quello che teme è proprio un referendum sulla ‘sua’ amministrazione…
Caro Sindaco Merola,
non dovresti avere bisogno, credo, di terrorizzare i tuoi cittadini, come fai, con immagini fosche e fantasiose della desolazione in cui Bologna cadrebbe se votassero qualunque altro Sindaco “all’infuori di te” – candidati che, scrivi, “al netto delle loro differenze, vogliono di fatto la stessa cosa: far vincere l’indifferenza e la solitudine”.
Soli ed indifferenti – o indifferenti a quanti restano soli, non è chiaro -, i cittadini si ritroverebbero di colpo in un “paesotto di provincia, chiuso, rancoroso, impaurito, ostile, triste”, mentre restando con voi (o con te) potrebbero “vivere in una città europea, moderna, inclusiva, innovativa, attrattiva, aperta, allegra”.
Se le cose stessero così, non avresti bisogno di spaventarli con il babau dei tuoi perfidi sfidanti, che per ragioni oscure, come le Regine cattive della favola, hanno in serbo per loro solo tristezza, paura, solitudine, ostilità, provincialismo…
E se le cose stessero proprio così, se i cittadini si sentissero proprio tanto “allegri, europei, moderni” e così proseguendo, forse non si sarebbero astenuti dal voto per oltre il 60 %, qui, a Bologna, alle ultime consultazioni regionali, due anni fa.
Ma i cittadini, che stupidi non sono, sanno che la città che tu potrai offrire non sarà troppo diversa da quella in cui hanno/abbiamo vissuto negli ultimi cinque anni…
E se non è stata “allegra” – per molti non lo è stata affatto – non lo sarà neppure per il futuro.
I tanti che in questi anni non sono stati “allegri”, ti assicuro, hanno sperimentato in questi anni una buona dose di “solitudine ed indifferenza”, tanto da provare ora una profonda “tristezza”, come mi pare mostrino(e per quanto valgano) i sondaggi, che vedono la “tristezza” al secondo posto tra i sentimenti più provati dai bolognesi, battuta solo dalla “rabbia”, il che non credo richieda troppi commenti.
Triste e rancoroso pare allora che sia il presente, nella città che amministri e hai amministrato tu.
Certamente non lo è per tutti allo stesso modo – ma cancellare dalla vista e dall’agenda le situazioni che non ci fa piacere vedere o far vedere (come il degrado alla Bolognina, rientrato in fretta e furia in agenda solo in campagna elettorale) non fa in modo che i problemi si risolvano da soli ‘a nostra insaputa’…
Non è “moderna” e non è “europea” la città in cui l’attuazione dei progetti dura decenni, e intere lande restano brughiere interrotte da radi cantieri insicuri e semi-abitati.
Non è “inclusiva”, non è “europea” e non è “aperta”, e soprattutto non è affatto serena, la città in cui si decide la principale opera pubblica di rango nazionale senza che ai cittadini sia stata data la possibilità di conoscerne il progetto – fatto che in Emilia-Romagna non si era davvero mai dato…
Non è “allegra” la città in cui, dopo un anno di danni ai negozi, e a non più di dieci giorni da due episodi di violenza su donne in sequenza tra Bolognina e Corticella, si rigetta la parola “degrado” sulle città del Sud, come se fosse infetta (e dove si manda l’immondizia?, al Sud..), mostrando qui davvero il più vieto e datato provincialismo, oltre che un’evidente negazione della realtà dei fatti…
Non è “aperta” e non è “inclusiva” la città in cui, di fronte all’emergenza profughi, ci si affretta a rassicurare i cittadini che forse neppure li vedranno e in ogni caso che non ne avranno alcun fastidio – mostrando di considerare i cittadini stessi gretti, insensibili, e poco generosi…
Allora il presunto “referendum” epocale che dovrebbe tenersi con le amministrative del 5 giugno è verosimilmente la proiezione della cattiva coscienza dell’amministrazione e del Sindaco in carica sui suoi, indifferenziati e non nominati – ma quanto mai minacciosi – avversari…