Se la Notte non è solo Movida, certo le tenebre non sono amiche della libertà di movimento…
E il buio, dal canto suo, nell’inverno della fosca turrita Bologna, non si limita a coprire del suo manto le ore strettamente notturne, per invadere albe e crepuscoli che nei dintorni del solstizio d’inverno si fanno sempre più vicini, fino a coprire tranquillamente una parte considerevole dei tempi di vita e di lavoro delle persone.
La Notte non è piccola, per noi pendolari.
Ora, a noi pendolari, da tempo, si dice che molto meglio sarebbe evitare di muoversi in auto. E non ci si limita all’esortazione, ma si dà luogo a un concerto di azioni solerti e puntigliose (ma non per questo coerenti o efficaci, come nella declinazione dell’assessore Colombo), intese letteralmente a punire chi viaggia in auto, come se agisse un comportamento di per sé moralmente esecrabile se non delittuoso.
Ci sono le piste ciclabili, si dice ancora, e, barando per lo più sulle loro caratteristiche che le rendono spesso impraticabili se non ad aspiranti suicidi, si snocciola un chilometraggio ottimo per entrare nelle graduatorie di Legambiente e del sole-24Ore – ma che in realtà non ha niente a che fare con la realtà della vita del pendolare – realtà che del resto l’assessore Colombo ha avuto la fortuna di non conoscere di persona, almeno per ora.
E c’è anche, dicono sempre e tutti e ormai da molti anni, il mitico Servizio Ferroviario Metropolitano, che conta almeno una decina di stazioni /fermate nella’Area urbana – senza contare quelle del resto del territorio metropolitano…
Sono le stazioni di via Zanolini, di Santa Rita, di Borgo Panigale, di Casteldebole, di Mazzini, di Corticella…Stazioni ottocentesche – la prima stazione storica sulla Porrettana, Borgo Panigale – e stazioni realizzate negli ultimi anni – la stazione Mazzini,sul Ponte Vecchio.
Secondo una ricerca MeDeC 2011, quasi un terzo dei bolognesi abita a meno di un chilometro di distanza da una delle stazioni/fermate, e per quanto il ricambio di popolazione possa essere elevato, molto meno lo è la possibilità di ‘spostarsi’ degli insediamenti residenziali, dunque, con buona approssimazione, la situazione è ancora quella rilevata nel 2011.
Con tutto ciò, le stazioni (come il Servizio stesso) risultano ancora sotto-utilizzate, giudicate fredde, poco accoglienti e squallide anche dalla maggioranza della gente che alla fine le usa.
Impresenziate, prive dei servizi più elementari all’utenza, dai bagni al bar, o posto di ristoro, poste in luoghi di necessità marginali e desertici del tessuto urbano, in obbligata adiacenza al tracciato ferroviario, se le stazioni sono fredde e squallide durante il giorno, diventano una trappola mortale con il buio…
Le tenebre allora per il pendolare, ma soprattutto per la pendolare, diventano un imponente fattore deterrente: col buio, semplicemente, al treno si rinuncia.
E’ già un grosso limite del SFM non offrire sostanzialmente un vero servizio notturno, che connetta al centro e alla sua plurima ‘offerta’ di vita e di Notte le popolazioni dell’area metropolitana – senza che siano costrette, anche semplicemente per andare al cinema, a sborsare quanto dovuto per la rimozione col carro attrezzi dell’auto, con le complicazioni logistiche implicate dal suo ritiro.
Se Sindaco della Notte vorrà essere, dovrà di necessità prendersi cura anche della Notte metropolitana, evitando che questa sia lasciata alla strada e all’alcool, suo partner troppo spesso assassino…
Ma la Notte di Bologna non è piccola, come si diceva, e il crepuscolo sulle stazioni scende in pieno giorno: a questa notte minuscola, a questa notte senza movida, senza passanti, senza gabinetti e senza vigili urbani (impegnati come sono a segnalare le auto da rimuovere a caro prezzo), a questa notte senza passeggeri dovrà essere anche rivolta l’azione di “cura”.
Molti amministratori hanno proclamato, in questi lunghi anni, la centralità del SFM nelle strategie per una mobilità metropolitana più sostenibile – nessuno, per ora, si è preso cura fattivamente della notte minore che penalizza il Servizio…
Il Sindaco delle Notte che vorremmo, tenendo in debito conto i precedenti internazionali, potrebbe creativamente non limitarsi ad imitarli, ma spingere lo sguardo, nel buio, oltre l’ovvio e l’immediatamente visibile, per scovare là dove si nascondono gli aspetti meno chiassosi di tante piccole/grandi insicurezze nascoste…