La mia intervista per Silvia Bignami sul la Repubblica Bologna . Bologna ha l’opportunità di uscire dalla crisi come una città più verde, solidale, progressista. Per noi di Coalizione Civica Bologna deve diventare “la città a zero emissioni nel 2030, la città dei servizi raggiungibili in 15 minuti, della casa per tutti, con un trasporto pubblico via via gratuito. Non ci si può dire ambientalisti e poi sostenere progetti come il Passante di mezzo o cementificare i Prati di Caprara. E il dibattito sulla sicurezza non è all’altezza di una città europea moderna.”

 

Repubblica BOLOGNA – Pagina: 7
20 gennaio 2021
“Disponibile non a tutto per il 2021. Ma a candidarmi, se serve, sì”
Di Silvia Bignami

«Stiamo ragionando, dentro Coalizione e non solo, se le primarie siano lo strumento migliore per portare avanti la nostra visione della città. Se decideremo che lo sono, la mia disponibilità a candidarmi c’è».
La consigliera della sinistra radicale Emily Clancy avanza, ma con cautela. Non solo per non scavalcare l’assemblea della sinistra del 28 gennaio, ma pure perché «l’alleanza col Pd non va data per scontata».
Soprattutto finché prevarrà nei dem una certa «ambiguità» sulla visione della città del futuro.

Clancy, voi avete avviato un percorso col segretario Pd Luigi Tosiani. Non ci sono passi avanti?
«Parlerei più di un incontro esplorativo, fatto insieme ai compagni di Coraggiosa. Abbiamo parlato di alcuni temi di discontinuità con l’amministrazione, dalla sostenibilità al sociale».

Però si parla di lei come candidata di Coalizione Civica alle primarie. Si candiderà?
«Fino ad ora mi hanno candidata gli altri. Sicuramente Coalizione Civicasi candida al governo della città, ma possiamo farlo anche dall’opposizione. Ora credo che potremmo essere ancora più efficaci al governo, ma l’alleanza non è scontata. Le primarie sono una delle opzioni: stiamo discutendo su quale sia lo strumento migliore e lo stiamo facendo con tutto il perimetro rossoverde».

Se deciderete sul sì alle primarie lei è disponibile, però.
«Sì, non escludo questa possibilità».

Si può votare ai gazebo in tempi di pandemia, secondo lei?
«I timori per la pandemia non possono essere presi sotto gamba, ma è anche vero che oggi ci sono tanti strumenti per far partecipare lepersone. Si possono studiare metodi di voto online con supporto in presenza».

Siete stati accusati di aver messo veti sui centristi. Siete disposti ad allearvi con Bologna Civica o con Iv?
«Non è una questione di “veti”, ma di visione complessiva. Non mi convincono le alleanze che tengono dentro tutto e il contrario di tutto. Bisogna creare una visione della città che sia coerente, altrimenti poi non riesci a governare».

Qual è la vostra visione?
«Bologna è stata per un po’ la città dei taglieri nel centro storico, la terza più cara in Italia per l’affitto. Ora c’è il Covid, ma finita la pandemia non possiamo tornare alla normalità diprima. Per noi Bologna deve diventare la città a zero emissioni nel 2030, la città dei servizi raggiungibili in 15 minuti, della casa per tutti, con un trasporto pubblico via via gratuito. Non ci si può dire ambientalisti e poi sostenere progetti come il Passante di mezzo o cementificare i Prati di Caprara. E il dibattito sulla sicurezza non è all’altezza: le città europee moderne, come Berlino o Barcellona, investono nella notte, insonorizzano le abitazioni e promuovono cultura, salute e la sicurezza dei luoghi attraversati dalle persone. Per noi Bologna deve uscire da questa crisi convintamente radicale, progressista, innovativa. Vorremmo meno ambiguità su questi temi».

Lo sta dicendo al Pd?
«Al Pd e alla città: finora si è parlato quasi solo di nomi, addirittura di caselle che si riempivano per il Parlamento. Non è degno della nostra Bologna: alle persone interessano le soluzioni ai problemi, non la spartizione del potere».