Le tante battaglie portate in dieci anni al Consiglio di quartiere di Porto-Saragozza parlano da sole per raccontare Le tante battaglie portate in dieci anni al Consiglio di quartiere di Porto-Saragozza parlano da sole per raccontare Fausto Tomei.
E assieme a lui, nel prossimo consiglio comunale, vogliamo affrontare le sfide del futuro, prima tra queste quella dell’emergenza ecologica e climatica, con scelte chiare e trasformando le conquiste faticose di questi mandati, sulla mobilità, l’efficientamento energetico, la salvaguardia del verde e per la trasformazione del nostro modello di produzione e consumo, in normalità.
L’altro giorno guardavo la foto in b/n con cui mi presentai la prima volta al Quartiere Saragozza, era il 2011. All’epoca cercai di inserire alcune parole chiave che mi rappresentassero e senza pensarci troppo scelsi: Ambiente, Diritti, Etica, Sinistra. Sono passati dieci anni e l’aspetto, purtroppo, è cambiato parecchio. Ma queste sono le stesse parole che sceglierei ora.
Dopo dieci anni in quartiere, mi candido al Consiglio Comunale di Bologna con Coalizione Civica, Coraggiosa, Ecologista e Solidale. Cosa intendo portare in Comune penso si possa capire da quello su cui mi sono impegnato in questi anni.
Sono stato vicepresidente del Quartiere Saragozza dal 2011 al 2015: durante il mandato insieme all’Assessora Gabellini e all’allora Presidente del Quartiere San Vitale portammo la raccolta differenziata nell’area del centro storico dal 20% al 60%. Insieme alla Consulta dell’escursionismo e a Federico Grazzini aprimmo un nuovo sentiero collinare (il 914) che unisce tre parchi pubblici e segnalammo il rischio idrogeologico dei torrenti collinari tombati. Insieme al Presidente Fattori e all’Assessore Andrea Colombo lanciammo il percorso per la trasformazione di Piazza San Francesco in area ad alta pedonalità. Per portare a casa quest’ultimo risultato, che è uno dei motivi per cui sono entrato in politica, non nego di avere a volte forzato la mano sulle posizioni di una parte, ma la politica è soprattutto fare delle scelte, quelle che si reputano giuste per la collettività, e saperle difendere.
Nei Quartieri si fa politica per passione, gratis e rubando tempo a lavoro e famiglia. Ma la soddisfazione di vedere o attraversare qualcosa realizzato grazie al tuo impegno, ti ripaga mille volte.
Nel 2015, di fronte alla devastazione avvenuta nel centrosinistra con l’arrivo di Renzi, uscii dalla maggioranza. Insieme a tanti splendidi compagni lanciammo Coalizione Civica Bologna e fui rieletto l’anno successivo, all’opposizione e da sinistra, nel nuovo Quartiere Porto-Saragozza. Qui dal primo giorno, insieme ai compagni di Coalizione, mi posi un obiettivo prioritario: far saltare il POC ‘Rigenerazione’ del 2016. Il piano che in cambio della ristrutturazione dello Stadio sacrificava intere aree verdi e sportive sull’altare della speculazione, quasi tutte nel quartiere Porto: i Prati di Caprara, l’Antistadio e il centro sportivo CRB. Farlo saltare era un obiettivo giudicato impossibile, ma nulla è veramente impossibile ai testardi.
Partimmo con il luogo più semplice da salvare: l’Antistadio, messo in sicurezza con un odg approvato in Quartiere e in Comune, che ne tutelava l’utilizzo sportivo. Poi andammo alla ricerca del modo di salvare il bersaglio grosso, il bosco urbano dei Prati di Caprara, per la cui difesa, nel frattempo, era nato un enorme e meraviglioso movimento cittadino.
Insieme a Piergiorgio Rocchi, con una serie di accessi agli atti, trovammo la chiave: un vincolo che insisteva sui Prati ovest, impedendo la costruzione dell’outlet progettato su quell’area. Saltato l’outlet saltavano, come birilli, tutti gli altri punti del piano. E a quel punto si poteva salvare anche il CRB: nel 2019, a un consiglio aperto del quartiere sul tema, proposi un odg che chiedeva la salvaguardia dell’intero centro sportivo. L’Assessore Lepore, presente al consiglio, accettò l’odg e si impegnò ad attuarlo.
Infine, di fronte al crollo dell’impianto complessivo del POC, proposi un piano alternativo al Comune: intervenire direttamente nella ristrutturazione dello Stadio, abbandonando per sempre il concetto di “aree compensative” e quindi ogni speculazione su aree verdi o sportive. Ora, chi conosce le vicende sa che non sono mancate le discussioni, con il nostro attuale candidato Sindaco, ma fu proprio lui a prendere quella proposta e portarla a Merola, a cui piacque e la fece sua. Ecco, io apprezzo chi sa mettersi in discussione e capire quando c’è una idea diversa e migliore per la città.
Questo è il passato e mi scuso per la lunghezza. Il futuro è fatto di sfide anche più difficili. In primo luogo tante cose sono da riprendere e completare: il bosco urbano dei Prati di Caprara deve essere aperto alla città. Il CRB deve tornare a vivere come centro sportivo. La stazione SFM dietro i Prati deve essere finalmente realizzata e da quella un percorso ciclopedonale deve permettere di arrivare allo stadio senza auto, da tutta la città metropolitana. Alla collina serve un piano organico per poterla vivere in sicurezza, a piedi su sentieri accessibili e in bici. I torrenti e i canali tombati devono essere monitorati e ove possibile riaperti. Le aree pedonali, le ciclabili, le zone 30, da conquiste faticose di questi mandati devono diventare la normalità del prossimo. C’è tutta la mobilità urbana da ripensare per uscire dal fossile, con l’arrivo del tram. La plastica deve uscire dalla nostra vita quotidiana. I mercati contadini devono essere presenti in ogni quartiere. Alberi e acqua devono essere i nostri primi alleati contro inquinamento e ondate di calore. I proprietari devono essere aiutati in ogni modo a ristrutturare i loro edifici per abbattere l’impatto energetico.
Più in generale, obiettivo che tutti riassume, Bologna deve avviarsi sul percorso per diventare carbon neutral. È una sfida enorme, che cambierà la vita a tutti e tutte e farà arrabbiare molti, ma non abbiamo altra possibilità, qui come ovunque, se vogliamo lasciare un futuro a chi verrà dopo di noi. Ed è una sfida che dovremo monitorare e rendicontare anno per anno, durante il mandato.
Dopo dieci anni mi imbarazzo ancora come un novellino a chiedere il voto, ma insomma per chi volesse farlo è semplice: nella scheda del consiglio comunale si barra il simbolo di Coalizione Civica, Coraggiosa Ecologista e Solidale e a fianco va scritto il mio nome. Insieme alla mia potete esprimere una preferenza femminile e non ho dubbi sul consigliare Emily Clancy – Consigliera Comunale, che ha preso Coalizione sulle sue spalle e con una forza straordinaria l’ha resa quello che è ora.
Ma abbiamo una lista favolosa, in cui tutti meriterebbero di essere consiglieri: più voti darete a Coalizione Civica, più consiglieri e più forza ci darete.