Questa mattina ho riascoltato e riletto tutte le notizie, gli articoli e i commenti attorno alla vicenda del circolo ARCI Guernelli (1–2-), dal giorno dello sgombero fino alle dichiarazioni rese nella giornata di ieri del presidente dell’Acer.
Sistemando in rapida successione tutte le tessere del mosaico – dall’ordinanza del 12 luglio (non notificata al Circolo da parte di Acer) sulla liberazione dei locali anche ad uso non residenziale, fino all’intervista al Presidente Alberani sui debiti del Circolo, passando per le fughe di gas che avrebbero giustificato l’irruzione nei locali e i danni provocati, mi si è profilata davanti una rappresentazione sulla quale non posso tacere:
il Circolo Guernelli è oggi chiuso – e lo sarà almeno fino al 2018 – perché qualcuno sia in Acer sia in Giunta comunale ha preordinato, organizzato e diretto, nei fatti, lo sgombero di un circolo Arci con 72 anni di vita, senza avere alcun titolo per effettuarlo, forse confidando nel silenzio di un circolo moroso.
Se non potrà eludersi un accertamento di responsabilità da parte della magistratura, sul piano politico oggi a Bologna la distonia tra amministrazione e cittadinanza attiva non è mai stata così enorme.
Siamo tutti e tutte chiamati a vigilare sulla vicenda del Circolo Guernelli e sul suo epilogo posto che è in gioco non soltanto il futuro di un importante circolo Arci bensì il rapporto tra diverse istituzioni bolognesi ed il tessuto sociale e associativo della città: uno tra i più ricchi dell’intero paese e, pertanto, un bene prezioso da tutelare
Federico Martelloni _Consigliere Comunale Coalizione Civica per Bologna