“sperimentare, v. tr. – Sottoporre a esperimento; applicare, usare, mettere alla prova qualche cosa per accertarne e verificarne le capacità funzionali, la validità, l’efficacia, il rendimento […]”.
La “sperimentazione” di cui la Biblioteca Lame “Cesare Malservisi” sarà oggetto dal 1° gennaio 2018, oltre a non essere minimamente degna del rigore metodologico che ci si attenderebbe da una città di millenaria tradizione universitaria, sembra ormai invisa ai suoi stessi promotori.
Alla fine dell’incontro di presentazione del progetto basato sull’esternalizzazione totale davanti a un centinaio di cittadini, il presidente dell’Istituzione Biblioteche Daniele Donati lo riconosce: “visto come è andata questa vicenda, se si fa un’altra operazione del genere finché sono presidente mi metto sulle rotaie dell’alta velocità”.
Davanti alle critiche puntuali e motivate del pubblico, gli esponenti dell’Amministrazione comunale hanno appena giocato alla Champions League dello scaricabarile. L’assessora Bruna Gambarelli ha attribuito a una scelta politica del Sindaco la mancata assunzione di bibliotecari che “costringe” a esternalizzare, dimenticandosi che i piani assunzioni sono competenza della Giunta – e quindi si suppone che porti in calce la sua firma anche il piano approvato pochi giorni fa, piano delle cui 205 assunzioni il Comune si fa vanto ma che non include nemmeno una figura bibliotecaria di quelle che Gambarelli sta “lottando” per avere. A chi segnala che il progetto della “nuova Biblioteca Lame”, per quanto bello possa essere giudicato, impone dei vincoli che il bando non prevede, Donati-Anna Karenina replica che risponde solo di quello che ha firmato. Il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara ricorda che il patto di stabilità è la conseguenza di 50 (!) anni di “finanza pubblica allegra”, omettendo la circostanza che a imporlo in questa forma è un governo non esattamente nemico della maggioranza consiliare bolognese. Le responsabilità sono sempre altrove, insomma: e se i ruoli istituzionali sono così vuoti, difficile capire come possano essere piene le urne elettorali.
Smentendo quel che gli stessi amministratori avevano asserito mesi fa, si esce dall’assemblea con la notizia che la responsabile sarà presente a Lame per tre giorni la settimana, che in base al progetto (ma, per quanto ne possiamo sapere, non al contratto) sarà garantita la stabilità degli operatori di cooperativa adibiti al servizio alla Malservisi, e che forse a giudicare la validità della “sperimentazione” saranno chiamati ufficialmente, troppa grazia!, anche gli utenti.
Resta inevasa una domanda:
se la sperimentazione sarà positiva, dal 2021 sarà questo il modello per le altre biblioteche della città?
E se invece il farmaco si rivelasse nocivo, è stato previsto un modo per sospenderne la somministrazione alla cavia prima che la uccida?
La buona notizia è che la mobilitazione civica è in grado di modificare, seppure solo parzialmente, gli orientamenti più discutibili di una amministrazione cui difetta la visione di lungo periodo.
La cattiva notizia è che nessuno può sapere in quanti casi, in assenza di questa mobilitazione, il futuro dei servizi di cui usufruiamo come cittadini sia messo a repentaglio.
Massimiliano Rubbi_quartiere Navile