Dal 10 al 12 Giugno Bologna ospiterà il G7 sull’Ambiente, evento in continuità con i summit del G20 ad Amburgo e del G7 a Taormina, e con i diversi appuntamenti del G7 in Italia Roma e Torino Bari, Milano e Bergamo solo per citarne alcuni.
Il G7 ambiente ospiterà posizioni e personalità dichiaratamente negazioniste del cambiamento climatico ed altre ancora sostenitrici di un modello dannoso ed estrattivo proprio nei confronti dell’Ambiente, rivelando una contraddizione tipica del tentativo di green washing. Analogamente la candidatura di Bologna, come capitale “green” d’Europa per il 2019, marca le contraddizioni di Bologna su questo terreno: I livelli d’inquinamento dell’aria sono gravi, si allarga a 18 corsie l’asse tangenziale-autostrada che corre a 2 Km dal centro, si avviano grandi edificazioni private che consumano suolo socialmente fruibile.
Intanto, la crisi del modello economico che viviamo fa crescere una opposizione netta e radicale ad una élite che condiziona le sorti del pianeta. Il nostro Paese è attraversato da centinaia di conflitti ambientali, da persone che si mettono in gioco per difendere i territori, che lottano per il diritto alla salute, all’autodeterminazione, alla partecipazione, e rifiutano il ricatto tra lavoro e vita. Battaglie di democrazia e dignità per rivendicare il diritto di partecipare al governo dei propri territori spesso, come per la TAP in Puglia e per Standing Rock nei territori Sioux, traditi da decisioni prese sulle spalle delle comunità.
In decine di migliaia di posti in tutto il mondo, milioni di persone combattono contro i cambiamenti climatici e la devastazione dei loro territori da cui spesso dipendono le loro vite. Alcuni per sfuggire alla siccità, alle carestie, alla sottrazione delle terre alle guerre per l’approvvigionamento delle risorse idriche ed energetiche intraprendono percorsi migratori e trovano le porte sbarrate della fortezza Europa. Un Europa che continua a ragionare in gruppi chiusi di accordi commerciali che ignorano l’impatto sulla salute e sull’ambiente.
In questo contesto risulta necessario un cambio di paradigma, un system change che ci porti sulla strada che limita l’aumento di temperatura, dando impulso alle fonti rinnovabili, che preservi le risorse e i territori in primis acqua e suolo, in una logica di tutela e di governo partecipato dei beni comuni. Vogliamo raccogliere la grande sfida che questo evento porta con sé; riuscire a dare un messaggio che esca dai recinti dell’invisibilità e affermi che l’alternativa esiste e bisogna solo praticarla; coinvolgere esperienze nazionali e internazionali che con le loro azioni difendono, sostengono progettano una sana relazione tra il mondo e chi lo abita; arrivare ad essere migliaia di persone a sollevare un problema non più rimandabile o riformabile imponendo una svolta non più rinviabile a livello globale.
Per fare tutto questo e farlo insieme invitiamo tutti i comitati, le associazioni, gli spazi sociali e i liberi\e cittadini\e ad incontrarsi Domenica 23 Aprile a Bologna per avviare quel processo partecipato che disegnerà le 3 giornate che si daranno a Bologna durante il G7.
Perché il tempo di domani appartiene all’agire di oggi!