Alla città serve un bosco, alla salute dei cittadini e delle cittadine di Bologna serve un bosco.
Oggi su la Repubblica Bologna un invito accorato e documentato all’Amministrazione Comunale per fermare l’abbattimento del bosco urbano dei Prati di Capara.
Quali possono essere le motivazioni inderogabili e più importanti rispetto alla salute della cittadinanza, per ostinarsi a voler trasformare 27 ettari di bosco spontaneo in aree edificabili?
A proposito di alberi: andrà a breve in discussione in Consiglio Comunale il Bilancio Ambientale preventivo 2018.
Uno degli indicatori presi in considerazione sono gli alberi piantati attraverso il Progetto Gaia detto di “forestazione urbana” , finanziato inizialmente con 1.202.000 euro dai fondi europei Life+.
Come potete vedere, dal 2011 ad oggi, sono stati piantati 2320 alberi, ben al di sotto delle aspettative inizialmente fissate a 3000 alberi nella prima fase e fino a 10000 a fine progetto.
Ora nel Bilancio Ambientale 2018, in un impeto di realismo, gli alberi di GAIA sono diventati 5000 al 2021. Considerando che a fine 2018 ne abbiamo in preventivo meno della metà, ci permettiamo di essere scettici…
Dal bilancio ambientale mancano poi tutti gli alberi dei Prati di Caprara.
Come è facile capire, un bilancio con soli segni più è quanto meno particolare, ma ci è stato spiegato che ‘extra’ bilancio ambientale esiste un bilancio arboreo che tiene il conto del verde comunale, di ciò che viene abbattuto e di ciò che viene sostituito, e per ammissione dei tecnici comunali è un bilancio leggermente in perdita di circa il 10%.
Nemmeno in questo bilancio rientrano i Prati di Caprara.
Ci chiediamo: quanti alberi verranno abbattuti ai Prati di Caprara? Si può fare un bilancio che integri il patrimonio arboreo del Comune di Bologna, i nuovi alberi piantati e tutti quelli che si potrebbero perdere ai Prati di Caprara?
O il piano del Comune è far rientrare il Prati di Caprara nel bilancio arboreo DOPO l’abbattimento degli alberi così da non doverli conteggiare come segno meno? Possiamo chiamarla “finanza creativa arborea”?
E infine, a cosa serve il Bilancio Ambientale del Comune se non tiene conto di tutte queste variabili? A farsi un po’ di pubblicità “verde”?
Perché, come diceva Totò, è la somma (in questo caso la sottrazione) che fa il totale.
Di questo ed altro parleremo domenica 20 maggio durante l’incontro “Ambiente è salute. Bolgona e le sfide urbanistiche dal Lazzaretto ai Prati di Caprara”