Ogni 8 marzo è necessario ricordare una volta di più come questo, la “giornata internazionale dei diritti della donna”, non sia e non possa essere un giorno di festa, ma debba invece essere sempre un momento di lotta, sciopero e rivendicazione.
E se è utile ribadirlo a parole, lo è di più farlo ricordando la realtà dei fatti.
Ricordando come dopo due anni di pandemia a pagare il prezzo più alto siano ancora e sempre le donne: quelle che vengono maggiormente licenziate, quelle che maggiormente hanno part time involontari, quelle costrette a licenziarsi da un lavoro retribuito per dedicarsi a quel lavoro di cura che ricade quasi completamente sulle loro spalle.
Ricordando come ogni tre giorni una donna venga uccisa per mano di un uomo violento e maltrattante, che troppe volte finisce poi per essere giustificato nei suoi comportamenti.
Ricordando come nel mondo almeno una donna su tre abbia subito violenza, fisica o sessuale e come solo una minima parte riesca a denunciare l’accaduto, in contesti che troppo spesso e troppo facilmente isolano e colpevolizzano le vittime.
E si potrebbe andare avanti a lungo, ma basta questo per capire come l’8 marzo non possa essere un giorno di festa, ma solo di lotta e sciopero.
Tanto è stato fatto, ma tanto si deve ancora fare a livello politico e culturale per eradicare il patriarcato dalla società.
È necessario non dimenticarlo mai: oggi, come ogni giorno, anche quest’anno, una volta di più.
Per questo come Coalizione Civica Bologna aderiamo allo sciopero transfemminista “8 marzo a Bologna – Sciopero transfemminista Non Una Di Meno: mattina + corteo!” e saremo in piazza oggi pomeriggio al fianco delle compagne di Non Una Di Meno Bologna per le strade della città.
Ed è in una giornata come questa che ci teniamo particolarmente ad esprimere la nostra profonda solidarietà a Marta Collot dopo le notizie di questi giorni, oltre ad un sentito ringraziamento per la forza della sua denuncia che speriamo possa diventare forza anche per altre donne di denunciare soprusi e violenze