Ricorre oggi la Giornata internazionale della visibilità trans, TDoV nell’acronimo inglese.
Una giornata che vede al centro la comunità trans, la sua visibilità e le sue voci, un momento di sensibilizzazione sui diritti delle persone trans e sulla violenza che spesso, troppo spesso, subiscono.
Violenza che purtroppo ben conosciamo in Italia, il nostro è il primo Paese in Europa con la Turchia per numero di omicidi e crimini d’odio contro le persone trans.
La stessa violenza che sta colpendo le persone trans che oggi tentano di lasciare l’Ucraina: bloccate e trattenute alla frontiera a causa di documenti che riportano il nome di nascita, in Ucraina non è infatti consentito il cambiamento dei dati anagrafici a riconoscimento dell’identità di genere delle persone.
Violenza transfobica che si somma alla violenza della guerra in atto.
Lo ha ricordato Porpora Marcasciano nel suo intervento legato proprio alla giornata di oggi nel Consiglio Comunale di lunedì, durante il quale ha anche chiesto di esporre per la giornata di oggi la bandiera dei colori trans a Palazzo D’Accursio.
“Senza esitazione e soprattutto senza timidezza.”
Qui sotto il testo completo e il video dell’intervento:
“Il 31 Marzo è la giornata mondiale della visibilità trans, riconosciuta dall’ONU come giornata per il riconoscimento dei diritti umani di milioni di persone nel mondo. Detta così potrebbe sembrare una delle tante ricorrenze o riconoscimenti che oggi riempiono il calendario.
Ma perchè dovrebbe essere riconosciuta la visibilità di una categoria di persone?! Non basta riconoscerne l’identità? Quella visibilità è un segno manifesto, stigma, che le persone trans portano impresso sul proprio corpo, che spesso, troppo spesso le espone all’esclusione e anche alla violenza.
In questi giorni la grande emergenza, il problema numero uno è la brutta guerra come tutte le guerre che ci coinvolge da vicino per tanti e diversi motivi. Uno di questi è sicuramente quello dei profughi, partiti a milioni per fuggire dalla catastrofe. Molte donne, anziani, bambini, malati tutte e tutti coloro a cui è permesso di uscire, escluso gli uomini ritenuti abili o arruolabili dai 18 anni ai 60 per difendere la patria. Che fine hanno fatto, ci chiediamo, migliaia di transessuali il cui nome resta sui documenti quello di nascita perché alcuni paesi, tra cui l’Ucraina, non consentono il cambiamento dei dati anagrafici a riconoscimento dell’identità di genere delle persone. E’ di questi giorni la notizia ANSA che denuncia il problema: bloccate in patria esposte non solo ai rischi della guerra ma anche alla violenza transfobica che, si sa, caratterizza eserciti e ambienti militari particolarmente maschilisti. Purtroppo tra le tante brutture che i conflitti scatenano c’è sicuramente quello della cancellazione dei diritti ritenuti secondari, non importanti per la difesa del paese. Una retorica che accompagna tutte le guerre e che uccide le persone non solo con le armi ma anche con la negazione.
Per il 31 Marzo, giornata mondiale della visibilità trans, proponiamo di esporre la bandiera dei colori trans a Palazzo D’Accursio e un cenno di sensibilità, di solidarietà da parte di questo Consiglio al destino di tantissime persone trans che insieme a donne, anziani, bambini, malati rappresentano le vittime di questa tragedia. Senza esitazione e soprattutto senza timidezza.”