Oggi saremo alla Stazione di #Bologna, come ogni 2Agosto e insieme da tutta la città, da 38 anni a questa parte.
Esserci è l’affermazione del nostro essere cittadine e cittadini di una città nata dalla Resistenza, ferita dalla strage della stazione, ma orgogliosamente e incrollabilmente antifascista.
La memoria è un meccanismo collettivo. E quest’anno vogliamo ribadirlo con questa bella testimonianza di Miriam Ridolfi che è stata Assessore della giunta del sindaco Renato Zangheri in carica il 2 agosto 1980 e con la quale abbiamo lottano in difesa delle biblioteche pubbliche della nostra città.
Desidero inviarvi queste mie riflessioni sulla strage del 2 agosto 80 in questo 38° anniversario, che ha visto per tutto lo scorso anno la bella e coinvolgente iniziativa del ‘Cantiere 2 agosto ’80’. Poiché siamo stati emotivamente coinvolti, desidero trarre suggerimenti e indicazioni per spostare in avanti la nostra riflessione politica su una strage, quella alla stazione del 2 agosto 80 che, come molti di noi hanno detto pubblicamente, ha cambiato la nostra vita a Bologna e, per la memoria attiva che dobbiamo farne, anche di chi a Bologna e in Italia è nato dopo, perché in quella strage di allora c’è un vero e costruito attacco al modo di vivere che Bologna, e non solo Bologna, rappresentava. Ora, che per gli anniversari (facciamo storia quasi solo con gli anniversari e ne ricaviamo solo cerimonie) molte “cose” sono state svelate e divulgate – vedi il caso Moro e quello di Ustica – è ben chiaro il disegno politico destabilizzante per l’intero paese che la strage di Bologna significò. Ci sono stati ben quattro processi, e un quinto è ora in corso, che analizzano le responsabilità degli esecutori materiali (fino a pochi anni fa ideatori e depistatori non erano neppure perseguibili). Ciò in tempi come questi rischia di dare agli imputati una visibilità da protagonisti – addirittura si sentono, come farebbe chiunque imputato, “vittime di persecuzione “. Eppure come mai non collaborano e non svelano chi li manovrava e comunque chi aveva denaro per tritolo e armi e possibilità indisturbata di agire come contro-potere? Penso a come possono sentirsi i familiari delle vittime e i feriti di questa strage, mentre assistono sgomenti. La riconciliazione può passare, come la storia ci insegna, solo attraverso l’assunzione di responsabilità, che ben pochi dei gruppi armati hanno davvero riconosciuto e soprattutto praticato, aiutati da una società “liquida” dove la storia viene spesso rimossa e comunque in gran parte “insegnata” per singoli episodi, mentre è maestra di vita solo se gli eventi si collegano in continuità, dopo una attenta ricerca storica delle cause.
Concludevo l’anno scorso il mio intervento al Cantiere sottolineando come ad un evento di quelle dimensioni c’era stata, oltre che negli straordinari soccorsi, una risposta corale dell’intera Bologna nei suoi 18 Quartieri, della Regione e dell’intero paese: era frutto di un modo di vivere la politica per molti di noi non come pretesa di servizi, ma come continua ricerca partecipata di soluzioni per il Bene Comune: lo strazio dei feriti e dei famigliari era anche nostro e l’impegno era dare un po’ della nostra vita a quelle 85 vite spezzate per sempre.
Il vero male è abituarsi a che le vite degli altri non contino, se non nell’emozione del momento, ed anzi,«mors tua, vita mea»; «io speriamo che me la cavo»; «pensa per te». Di tutta la mia narrazione nel Cantiere ha tanto colpito, quasi più di ogni altra cosa, il fatto che indossassi lo stesso vestito che avevo allora (nella foto), conservato a ricordo di quella ferita mai sanata. E poiché sempre ho dato tutte le mie capacità e il mio impegno in educazione, continuerò con tutte le mie forze – vedi Le storie di Miriam sul 2 agosto 80 (http://www.bibliotechebologna.it) nella biblioteca Lame Cesare Malservisi – a ravvivare la Memoria della strage del 2 agosto ’80 per non smarrirla, soprattutto nelle scuole, dove consiglierei – senza spesa! – di rendere obbligatoria fin dalla scuola dell’infanzia l’enciclica ‘Laudato si’ di Papa Francesco e lo studio per l’assimilazione degli articoli fondamentali della nostra Costituzione, che tutti gli insegnanti sono in grado di svolgere, fondamento di ogni specifica programmazione.